A sopresa le “primarie” della Lega a Roma indicano Marchini come candidato a sindaco di Roma

Alfio Marchini ha votato alle 'primarie leghiste' per il candidato sindaco di Roma, 28 febbraio 2016. ANSA/UFFICIO STAMPA +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++
Alfio Marchini

di ROMANO LUSI –

A complicare la vita del centrodestra – sempre più diviso tra Forza Italia di Berlusconi, Lega Nord di Salvini, Nuovo centrodestra di Alfano e Casini, Fratelli d’Italia della Meloni e di Larussa – ci si è messo Matteo Salvini con  la sua iniziativa di “ascoltare i cittadini romani” con delle vere e proprie primarie per la scelta del candidato a sindaco della Capitale per la sconquassata coalizione.  Salvini non è convinto della designazione di Bertolaso (cui pure aveva dato il suo consenso) a rappresentare tutto il centrodestra per la competizione alla guida del Campidoglio. Ed allora ha voluto capire se esiste una alternativa rispetto all’ex capo della Protezione civile, indicendo questa consultazione a lista aperta intitolata “Per Roma ora parli tu”. L’esito è stato sorprendente per lo stesso segretario leghista. Il maggior numero di preferenze lo ha ottenuto Alfio Marchini che sia Salvini sia la Meloni non avevano voluto come candidato, contro il parere di Berlusconi, perché considerato non uomo di destra doc, anche perché di famiglia che in passato è stata legata al vecchio Pci. Marchini, che tre anni fa partecipò alla competizione elettorale per il Comune di Roma con una lista civica indipendente, ottenendo un 8 per cento di voti, ha ottenuto dall’elettorato di centrodestra 4534 preferenze, seguito da  Irene Pivetti con 3495 e Francesco Storace con 3069. Solo quarto è arrivato   Guido Bertolaso che comunque ha ottenuto 2203  preferenze, ben più di Giorgia Meloni che ne ha avute 955, seguita da Souad Sbai con 508, altri 501, nulle 173,  totale schede scrutinate 15.438. Ora bisognerà vedere quali conseguenze ne trarranno i capi delle varie formazioni della coalizione di centrodestra, nonché due formazioni anch’esse di centrodestra ma che non fanno parte della coalizione e cioè Ncd di Alfano e Casini e Ala di Verdini.

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