A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 87) di LUCIO DE SANCTIS

A ruota liberaL’auto sale al ralentiRallenta il mercato dell’auto in Italia. Nel mese di luglio le immatricolazioni sono state 136.275, il 2,9% in più rispetto allo stesso mese 2015. I dati sono del Ministero dei Trasporti, riportati dall’Ansa. Dall’inizio dell’anno le consegne sono state 1.179.068, il 17,1% in più rispetto ai primi sette mesi del 2015.

Scendendo nei dettagli, il comunicato rileva innanzitutto che Fca è cresciuta ancora più del mercato: a luglio le vendite del gruppo in Italia sono state 39.234, il 4,8% in più rispetto allo stesso mese 2015. Nei primi sette mesi dell’anno, le immatricolazioni della casa automobilistica italo-americana sono state 342.755, il 19,9% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tra i brand si distinguono a luglio Jeep (+18,7%) e Alfa Romeo che, trascinata dalla nuova Giulia, realizza un balzo del 6,1%; +4,3% per Fiat. Qua mercato del 28,8%, in crescita di oltre lo 0,5%. Anche nel mese di luglio i modelli Fca hanno dominato le classifiche di vendita, con 6 vetture tra le top ten e ben 8 tra le prime 12 vetture più vendute in Italia: Panda, Ypsilon, Punto (ai primi tre posti assoluti), 500L, Tipo, 500X, 500 e Renegade. La Tipo è risultata la vettura più venduta nel suo segmento. Stabili le immatricolazioni di Lancia.

Il rallentamento a luglio del mercato dell’auto, in Italia, era “atteso” e “in larga misura fisiologico”. Questo il primo commento del Centro Studi Promotor sui dati delle immatricolazioni italiane. Sulle vendite, dice CSP, hanno infatti inciso il “ridotto impegno di marketing delle case automobilistiche” e “l’aumento dei listini”, nonché “il peggioramento delle prospettive di ripresa del sistema economico italiano”. La crescita del 2,9% è “decisamente inferiore al tasso medio di crescita del primo semestre”, osserva Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor. Le prospettive del settore per il futuro, però, non sono negative. “In luglio – prosegue Quagliano – è tornato a crescere sia l’indicatore di fiducia delle imprese che l’indicatore di fiducia dei consumatori. Ed è tornato a crescere anche l’indicatore di fiducia del settore auto, che è risalito a quota 36,8. La quota di operatori che dichiarano di attendersi a tre/quattro mesi vendite stabili o in aumento, dopo essere stata in calo all’inizio dell’anno, è passata dal 53% di giugno al 75% di luglio”.

“Per mantenere i benefici effetti sul rinnovo del parco e intercettare il prevedibile rallentamento della domanda, sarebbe ora necessario l’intervento di politiche mirate come, ad esempio, la proposta di detraibilità di parte dei costi di acquisto”. Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, commenta così il rallentamento delle immatricolazioni di auto nel mese di luglio in Italia. “Capito che l’auto resta un bene centrale nella mobilità dei cittadini – prosegue – Unrae avverte il bisogno che si crei una valida cabina di regia, coordinata da un Mobility Champion, per mutuare l’esperienza del Digital Champion, che sia promotore della ‘nuova cultura della mobilità’, che nella sua autorevolezza e indipendenza, tra le varie, possa assicurare anche il coordinamento e l’esecuzione armonizzata dei piani della mobilità definiti dalle Autonomie Locali”.

I dati delle immatricolazioni di auto in Italia, a luglio, confermano “il trend degli ultimi mesi, che hanno registrato un calo degli ordini e dell’affluenza nei nostri showroom” afferma Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, secondo cui “sembra essersi esaurita la spinta determinata dalle promozioni lanciate in particolare nel primo trimestre. Come avevamo avvertito, queste operazioni di push costano una follia alle case e ai concessionari per cui non possono essere strutturali”.

Alla luce dei risultati di luglio, Federauto ritiene probabile un secondo semestre caratterizzato da un tasso di crescita inferiore rispetto a quello registrato nel primo. Il consuntivo annuo è stimato in 1.811.000 vetture targate, ovvero il +15% rispetto al 2015.

 Il monito di Federauto Trucks – Gianandrea Ferrajoli, coordinatore di Federauto Trucks, analizza risultati e futuro del mercato europeo dei veicoli commerciali e industriali sulla base dei dati molto positivi del primo semestre diffusi di recente all’Acea.

“Il primo semestre del 2016 – afferma Ferrajoli – si chiude con un bilancio altamente positivo, grazie a una crescita costante del numero delle immatricolazioni dei veicoli commerciali e industriali, al 13,5%. Anzi, nel corso di tale periodo, l’Italia si è confermata la ‘locomotiva’ europea, giacché itraina da 18 mesi l’incremento ininterrotto, sempre con risultati oltre il 20% e con punte che oltrepassano abbondantemente il 30%.

Occorre, però procedere con cautela – continua Ferrajoli – considerando le potenziali cause di rallentamento o di inversione di tendenza. Bisogna che, parlando del sistema in generale, si concretizzino i contraccolpi del Brexit, finora solo paventati, per comprendere il ‘peso’ dell’uscita della Gran Bretagna darlla Ue anche nel nostro settore. Parlando specificamente dell’Italia, invece, sarà necessario verificare se le nostre reiterate richieste al Governo di approntare un Piano Nazionale Trasporti, al fine di rinnovare in nome della sicurezza, prima e della sostenibilità ambientale, poi, un parco circolante fra i più obsoleti d’Europa, di investire nell’infrastrutturazione nei distributori di carburanti ‘puliti’, d’incentivare gli autotrasportatori ad acquistare veicoli ad alimentazione ecosostenibile trovino accoglienza e un luogo di discussione e concreta realizzazione.”

“Finora – conclude il Coordinatore di Federauto Trucks, Gianandrea Ferrajoli – l’Europa ha costituito un esempio virtuoso di crescita, ma non vorremmo che mutasse il trend e ci trovassimo alle prese con il fenomeno di arretramento delle immatricolazioni che da tempo si sta registrando negli USA. Guardando il numeri del primo semestre, infatti, emerge una situazione critica con un significativo – 34,5% delle immatricolazioni. Urgono, quindi, decise contromisure, da elaborare grazie ad una cooperazione di tutti gli attori, pubblici e privati che determinano il mercato.”

 Senza POS parcheggio gratis – Se il parchimetro delle strisce blu non ha il bancomat, i cittadini possono sentirsi legittimati a non pagare nulla e sostare gratis. Dallo scorso primo luglio, infatti, è scattato l’obbligo che è stato imposto dalla legge di stabilità 2016, per i comuni, di adeguare i dispositivi al pagamento con bancomat e carta di credito. Come precisa lo Studio Cataldi: “Il comma 901 della legge, con il fine di incentivare i pagamenti elettronici, prevede infatti, dal 1° luglio 2016, le disposizioni di cui al comma 4 dell’art. 15 del d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221/2012, si applicano anche ai dispositivi di cui alla lettera f) del comma 1 dell’articolo 7 del codice della strada” ovvero ai dispositivi di controllo di durata della sosta che avranno l’obbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito”. Gli automobilisti, quindi, in mancanza dei dispositivi attrezzati col bancomat potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati – scrive lo Studio Cataldi -, sia per le “casse” dei (molti) comuni che non si sono ancora adeguati, salvo che non dimostrino, come prevede la novella apportata al dl 179/2012, dalla stessa legge di stabilità, di non aver potuto ottemperare all’obbligo per ‘oggettiva impossibilità tecnica’.”

Automatico non è più femminile Una su dieci sceglie l’auto col cambio automatico quando acquista un usato, mentre negli uomini la scelta riguarda uno su sette. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio CarNext (brand di LeasePlan dedicato alla vendita di vetture usate provenienti dalle flotte in noleggio a lungo termine www.carnext.it ), su un campione rappresentativo di 4.000 vendite di vetture usate, provenienti dalla flotta in noleggio a lungo termine di LeasePlan, a clienti privati. Evidentemente, la convinzione che alle donne non piaccia ‘guidare’ l’auto nel senso più vero del termine va ripensata. Ma c’è di più: quasi una donna ogni tre sceglie il motore a benzina rispetto al diesel. Negli uomini la scelta del benzina riguarda uno su sei. Il dato sorprende, rispetto al luogo comune che vorrebbe gli uomini preferire auto più scattanti e una guida più sportiva e quindi propendere verso l’alimentazione a benzina. Evidentemente negli anni qualcosa è cambiato. Sembra invece confermato che le donne siano più accorte nella spesa, visto che spendono in media 9.000 euro per acquistare un’auto usata, laddove gli uomini superano questa cifra del 15%, arrivando quasi a una media di 10.500 euro. Non solo, le vetture scelte dal gentil sesso sono più fresche, con meno di 47.000 chilometri, mentre quelle del sesso maschile sfiorano i 54.000 chilometri. Secondo Franco Oltolini, Operations Director di LeasePlan Italia e Responsabile di CarNext, “l’acquisto di un’auto riflette molto della personalità dell’acquirente e questa analisi di genere mostra come, anche nelle scelte relative all’acquisto di una vettura usata, la società sia molto cambiata rispetto a una serie di stereotipi che andrebbero abbandonati“.

Meno Tir nei sinistri Dopo un 2015 passato alla storia come “anno nero” per gli incidenti stradali, durante la riunione della Commissione sulla sicurezza tra le Associazioni di categoria e la Polizia stradale presso il Ministero dell’interno è emerso che nel primo semestre 2016 gli incidenti con esito mortale in cui sono coinvolti mezzi pesanti sulle autostrade italiane sono diminuiti del 3%. “Mentre gli incidenti con sole autovetture sono aumentati del 5,9%, la nostra categoria ha migliorato il dato complessivo e ha quindi contribuito a una maggiore sicurezza sulle autostrade” puntualizza Baumgartner presidente di ANITA. Secondo i primi dati forniti, la stragrande maggioranza di incidenti con esito mortale comunque si registra sulla viabilità ordinaria con 1.123 decessi contro 194 sulle autostrade. Per questo motivo, ANITA ha rinnovato la sua richiesta di un ulteriore diminuzione delle giornate di divieto di circolazione che se imposto nei giorni feriali comporta un danno enorme alle aziende. “Investiamo continuamente in nuovi veicoli meno inquinanti e più sicuri, formiamo con corsi di guida sicura i nostri autisti, ma dobbiamo poter fare lavorare i nostri mezzi in tutti i giorni infrasettimanali in quanto le fabbriche non si fermano” ha fatto presente Baumgartner in riferimento al calendario dei divieti di circolazione. Altri temi trattati dalla Commissione sono stati i controlli su strada degli organi di polizia e la numerosità di violazioni registrate come pure il tema del grande numero di automezzi circolanti senza assicurazione valida con 5.500 casi registrati, peraltro in diminuzione rispetto all’anno 2014.

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