A RUOTA LIBERA/ rubrica (n. 69) di LUCIO DE SANCTIS

A ruota liberaProduzione in rialzo – Ottimo risultato in gennaio per la produzione industriale in Italia. L’indice destagionalizzato determinato dall’Istat fa registrare infatti un incremento congiunturale (cioè rispetto a dicembre) dell’1,9%. Con questo dato l’indice della produzione industriale tocca quota 93,5 ed esce finalmente dal canale di stagnazione compreso tra quota 90,2 e quota 92,8 in cui stava oscillando da ben 39 mesi, cioè da ottobre 2012.

A rendere il dato di gennaio ancora più positivo, secondo il Centro Studi Promotor, è il fatto che la crescita dell’indice interessa la maggior parte dei settori di attività economica con la sola eccezione della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-0,8%), delle industrie tessili (-0,6%), della fabbricazione di prodotti chimici (-0,3%) e delle industrie alimentari (-0,1%). Tutti gli altri dodici comparti considerati sono in crescita con incrementi del 6,7% per la metallurgia e la fabbricazione di prodotti in metallo, del 6,3% per la gomma e le materia plastiche, del 6% per i farmaceutici, del 3,9% per i macchinari e le attrezzature e del 3,7% per il settore dei mezzi di trasporto. Quest’ultimo settore – commenta Gian Primo Quagliano presidente del CSP – aveva trainato l’attività industriale nel 2015 con una crescita sul 2014 del 16,8%.

Una sicurezza più equa – In Europa sono ancora troppo pochi gli utenti della strada che beneficiano delle innovazioni in tema di sicurezza stradale. L’allarme è stato lanciato dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti (ETSC: European Transport Safety Council), del quale fa parte anche l’Automobile Club d’Italia.

Negli ultimi 20 anni i livelli di sicurezza dei veicoli sono migliorati essenzialmente grazie ai test Euro NCAP (il programma europeo che valuta le dotazioni di sicurezza delle auto nuove in Europa), tuttavia solo la metà delle auto vendute nel 2013 ha raggiunto la valutazione massima di cinque stelle, senza contare le notevoli differenze tra le diverse Case costruttrici. L’ETSC chiede che gli utenti vulnerabili della strada possano beneficiare di standard di sicurezza più rigorosi, innalzando i livelli minimi di protezione. Solo gli occupanti delle auto, infatti, hanno tratto vantaggio dai miglioramenti ottenuti in termini di sicurezza, mentre i pedoni risultano ancora fortemente penalizzati.

L’Europa è leader nella sicurezza dei veicoli, ma i benefici non sono equamente distribuiti. C’è, dunque, bisogno di rivedere la normativa, anche per garantire che i progressi tecnologici più recenti siano a beneficio di molti e non di pochi.

I pericoli più temuti – Per gli italiani le strade cittadine sono sempre più “a rischio incidente”, soprattutto a causa dei manti stradali danneggiati per l’assenza di un’adeguata attività di manutenzione. Proprio a causa delle buche e della situazione di dissesto, 6 italiani su 10 nell’ultimo anno hanno rischiato di rimanere coinvolti in un incidente, che resta il secondo pericolo più avvertito dalla popolazione, dopo il furto in casa, ma prima di rapina, scippi e aggressioni. Sono questi i principali risultati evidenziati dallo studio/sondaggio “Gli italiani e la percezione della sicurezza stradale”, promosso dalla Fondazione Luigi Guccione vittime della strada in collaborazione con il SITEB (l’Associazione Italiana Bitume e Asfalto) e Assosegnaletica e condotto da IPR Marketing, l’istituto specializzato in ricerche e analisi di mercato.

69 I timori

Lo studio prende le mosse dall’allarmante dato sugli incidenti stradali, nel 2014 ben 177.031 con 3.381 morti e 251.147 feriti. Diversi gli spunti di interesse che emergono dal sondaggio. La possibilità di rimanere vittima di un incidente, infatti, resta tra i pericoli maggiormente avvertiti dagli italiani. Dopo la paura di subire un furto in casa (espressa dal 77% del campione), si dice preoccupato di poter essere coinvolto in un incidente stradale il 71% degli intervistati; seguono altre preoccupazioni, più o meno comuni, come lo scippo (67%), la rapina (60%) e le molestie/aggressioni (58%). Analizzando nel dettaglio il dato, appare chiaro come a essere più preoccupati siano gli adulti (86%), quanti risiedono nel Sud Italia (84%) e coloro preferiscono usare l’auto rispetto ad altri mezzi di trasporto (76%) per spostarsi.

Furti di camion in aumento – Ogni anno, la società di controllo satellitare Viasat elabora i dati del ministero dell’Interno su furti e rapine ai danni di veicoli industriali: nel 2015 sono stati denunciati 2275 furti di camion, con una media di oltre sei al giorno, contro i 2051 dell’anno precedente. Scorporando la statistica a livello regionale, la Sicilia è al primo posto con 358 furti, seguita da Lombardia (309), Campania (279), Puglia (258) e Lazio (245). Nel 2014, la classifica era dominata dalla Lombardia, seguita da Sicilia e Puglia. Viasat precisa che dei 2275 camion sottratti da ladri e rapinatori, ne sono stati recuperati solo 1269, ossia il 56%. In Liguria sono stati trovati tutti i 27 camion rubati, mentre in Piemonte ne sono riapparsi 91 su 117 rubati. Anche Lombardia e Veneto mostrano una percentuale di ritrovamento dell’81%. “Il problema è europeo e non riguarda solo asportazioni a veicoli fermi nelle aree di sosta, ma anche abbordaggi ai camion in movimento, con tecniche da veri acrobati”, spiega Viasat. “Altri fenomeni riguardano finti poliziotti che fermano i camion con veri e propri assalti armati e sequestro di autisti. le azioni violente sono aumentate del 48%”. Viasat utilizza questi dati per promuovere l’uso di sistemi di rilevazione satellitare come deterrente al furto o come sistema per recuperare il veicolo.

Musica a palla è reato – Un automobilista del messinese che aveva montato nella sua auto tre amplificatori da 200 e da 1500 watt e che andava in giro per la città in ore notturne con la musica a palla, è stato fermato dalla polizia che dopo avergli sequestrato l’impianto, lo ha denunciato per disturbo del riposo e delle occupazioni delle persone. La denuncia si è trasformata ben presto in condanna poi confermata dalla Cassazione.

Vacanze a metà prezzo – L’Osservatorio Federmetano ha fatto delle simulazioni di viaggi in auto su tragitti che toccano le città d’arte italiane per verificare quali sono i risparmi che si possono ottenere utilizzando un motore a metano. Fra i percorsi più gettonati per una vacanza di qualche giorno ci sono le città d’arte italiane. Fra gli altri è stato preso in considerazione, ad esempio, il tragitto che va da Roma a Ferrara (per visitare Palazzo dei Diamanti e le sue mostre), per poi andare a Verona (a vedere la casa di Giulietta e l’Arena), Mantova (a visitare Palazzo Te) e tornare a Roma. Per fare questo viaggio (di circa 1100 km, considerando anche qualche escursione) con un mezzo a benzina si spendono per il carburante mediamente 158 euro, mentre con uno a metano se ne spendono 72 (meno della metà, con un risparmio di 86 euro a favore del metano). L’Osservatorio ha considerato anche diversi altri tragitti, segnalando risparmi fino a 220 euro.

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