A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 132) di LUCIO DE SANCTIS

di LUCIO DE SANCTIS

Mercato, crescita al ralenti – Secondo i dati pubblicati dal Ministero Trasporti, a luglio il mercato italiano dell’auto totalizza 145.363 immatricolazioni, con una crescita del 5,9% rispetto allo stesso mese del 2016. I volumi immatricolati nei primi sette mesi dell’anno in corso ammontano a 1.282.353 unità, l’8,6% in più rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2016. La crescita complessiva del mercato italiano a luglio è stata minore rispetto a quella registrata nel primo semestre (+8,9%), dato influenzato anche da un rallentamento tecnico di fine mese nel sistema di immatricolazioni del ministero.

“Dopo la crescita a doppia cifra registrata a giugno, il mercato, pur rallentando il ritmo, mantiene il segno positivo a luglio – commenta Gianmarco Giorda, direttore di ANFIA. Questo mese, che ha contato lo stesso numero di giorni lavorativi di luglio 2016 (21), presenta, comunque, il miglior risultato in termini di volumi dal 2010, quando si superarono le 153.000 unità.

Riguardo alle immatricolazioni per alimentazione, nel mese sale la quota delle vetture a benzina (da 29,8% a giugno a 31,1%), mentre cala quella delle auto diesel (da 58,6% a 55,8%). La quota delle vetture a GPL passa da 6,7% a giugno a 7,8% a luglio, mentre per le vetture a metano resta stabile all’1,4%. Le vetture ibride ed elettriche, infine, passano dal 3,4% di quota al 3,7% nel mese. Ancora una buona performance per i modelli italiani, sei dei quali compaiono nella top ten mensile delle auto più vendute”.

Ecco l’automotive mondiale – È disponibile la sesta edizione de “L’industria automotive mondiale nel 2016 e trend 2017”, pubblicazione realizzata dall’area studi e statistiche ANFIA, consultabile anche online, riguardante la produzione, il mercato e il parco circolante per macro – aree geografiche.
Dal 2007 al 2016 la domanda mondiale di autoveicoli, aumentata di oltre il 30% (da 72 a 94 milioni di unità) si è modificata enormemente: i paesi industrializzati e “motorizzati”, storicamente aree di produzione, hanno visto ridurre il peso dei loro mercati, passando dal 57% di share al 44%, mentre i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), con una domanda cresciuta del 118% rispetto al 2007, hanno raggiunto il 37% delle vendite, contro un 23% nel 2007).
Nei paesi industrializzati (Europa Occidentale, USA, Canada e Giappone), la domanda di autoveicoli ha raggiunto, nel 2016, lo stesso volume di vendite del 2007, attorno ai 41 milioni di unità vendute, dopo il crollo negli anni 2009-2011 a 33 milioni, mentre i paesi dell’area BRIC hanno visto crescere la domanda fino al 2014, grazie soprattutto al mercato cinese e a quello indiano.
Russia e Brasile, invece, risultano in calo dal 2013. L’area BRIC, nel 2016, è in recupero sulle vendite del 2015 (in diminuzione del 2% rispetto ai volumi del 2014) e con un incremento del 9,5% totalizza oltre 35 milioni di autoveicoli venduti. Nel resto del mondo, la domanda di autoveicoli subisce una battuta d’arresto nel 2009, per poi crescere piano fino al 2016, senza superare i 18 milioni.
I paesi del Centro-Sud America presentano un ulteriore rallentamento delle vendite nel 2016 (-10,2%), dopo un 2015 già in calo, mentre nell’area ASEAN, dopo la flessione del 2015, si assiste ad un recupero nel 2016 (+3,2%).
Infine, la stima del parco mondiale per il 2016 è di 1,3 miliardi di autoveicoli (+6,6%), di cui 1 miliardo di autovetture (BMI). Lo sviluppo sostenibile dei trasporti è questione aperta e interessa tutti i paesi a intensa motorizzazione, inclusi quelli dove lo sviluppo del trasporto privato è recente e così intenso da determinare un “problema ambientale” urgente, come in Cina.
L’età media delle autovetture circolanti nei paesi UE è salita a 10,7 (era di 8,4 anni nel 2007). Il 5,6% delle autovetture circolanti è ad alimentazione alternativa, mentre lo sono solo il 2% degli autobus e l’1,6% di veicoli commerciali leggeri.
Cina, India, Brasile, Russia e Messico hanno visto una rapida motorizzazione: la Cina è passata da 21 milioni di auto nel 2005 a 136 nel 2015, l’India da 8 a 22 milioni e il Brasile da 19 a 36 milioni, la Russia da 26 a 44 milioni e il Messico da 14 a 27 milioni.

Troppo lenti nel rinnovo – In Italia dal 2010 al 2016 il tasso di rinnovo del parco circolante di autovetture è stato del 29,5%, un tasso largamente inferiore rispetto a quello degli altri grandi Paesi
dell’Unione Europea.

L’Italia (vedi tabella a destra) si colloca all’ultimo posto nella graduatoria dei maggiori Paesi UE. Al primo posto vi è il Regno Unito, con un tasso di rinnovo pari al 52,1%. Al secondo posto la Germania, con un tasso del 47,4%, seguita dal terzo posto dalla Francia (43,4%). Al quarto e ultimo posto l’Italia (29,5%). Ciò significa che del parco circolante di autovetture al 31 dicembre 2016 soltanto il 29,5% è stato acquistato negli ultimi sette anni e quindi il 70,5% ha otto anni o più. I dati citati emergono da uno studio dell’Osservatorio Autopromotec.

Il tasso di rinnovo fatto registrare dall’Italia nel periodo 2010-2016 è stato dunque decisamente modesto. A ciò si aggiunge che attualmente nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati Aci disponibili, vi sono ben 11,1 milioni di autovetture (e cioè il 29,3% sul totale) che hanno oltre 15 anni di età. Si tratta di auto euro 0 (non catalizzate), euro 1, euro 2 ed euro 3 che hanno livelli di sicurezza e soprattutto di emissioni inquinanti molto superiori rispetto ai modelli più recenti. Per questo motivo la necessità di monitorare le condizioni delle vetture in circolazione effettuando le revisioni periodiche previste dal Codice della Strada è oggi un tema di grande priorità. E lo sarebbe soprattutto al Sud.

Dall’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec per grandi aree del Paese (vedi tabella a sinistra) emerge infatti che, a fronte del tasso di rinnovo del 40% registrato nel Nord Est, nel Sud il tasso di rinnovo dal 2010 al 2016 è stato soltanto del 15%.

Ossigeno per l’autotrasporto – Nella Gazzetta Ufficiale del 1° Agosto è stato pubblicato il Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sulle “Modalità di erogazione delle risorse per investimenti a favore delle imprese di autotrasporto per l’annualità 2017”. Vengono stanziati 35,9 milioni di euro, finanziabili esclusivamente se ultimati entro il 15 aprile 2018 e così ripartiti:

– 10,5 milioni sono destinati all’acquisizione di autoveicoli nuovi con massa totale a terra (mtt) uguale o superiore a 3,5t a trazione alternativa con alimentazione a CNG, LNG, ibrida o elettrica. Fino a 7t di mtt il contributo per ogni autoveicolo è di  € 4.000 per alimentazioni a CNG e a trazione ibrida e 10.000 per veicoli elettrici. Per autoveicoli con mtt superiore alle 7t il contributo è determinato in € 8.000 per ciascuna unità alimentata con CNG e 20.000 per quelle alimentate a LNG o a trazione ibrida.

– 10 milioni di euro sono destinati per radiazione per rottamazione di veicoli pesanti di mtt uguale o superiore a 11,5t e contestuale acquisizione di autoveicoli nuovi, conformi alla normativa Euro VI. Il contributo individuale è determinato in € 5.000 per veicoli fino a 16t di mtt ed € 10.000 per veicoli con mtt pari o superiore a 16t.

– 14,4 milioni di euro sono destinati all’acquisizione di rimorchi e semirimorchi nuovi per il trasporto combinato (secondo norme UIC e IMO) dotati di dispositivi per maggior sicurezza ed efficienza energetica, o equipaggiamenti avanzati destinati al trasporto in regime di ATP, ai sensi di quanto disposto in merito dal Regolamento (CE) n.651/2014, per veicoli con mtt superiore a 7t.

– 1.050.177 euro vanno infine all’acquisizione di casse mobili e rimorchi o semirimorchi porta casse.

L’importo massimo ammissibile per singola impresa non potrà superare i 700.000,00 euro ed è esclusa la cumulabilità con altre agevolazioni pubbliche. I beni acquisiti ai sensi del decreto in oggetto devono rimanere nella disponibilità del beneficiario del contributo fino a tutto il 31 dicembre 2019.

L’UNRAE, che ha accompagnato il processo di definizione di questo Decreto con un’intensa interlocuzione con gli Uffici Ministeriali competenti, fornendo dati e informazioni e suggerendo l’adozione effettiva del criterio della neutralità tecnologica, esprime particolare

apprezzamento per il grande lavoro svolto dal Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti al più alto livello.

Vanno forte i pesanti – In Italia nei primi sei mesi del 2017 le immatricolazioni di veicoli commerciali pesanti (e cioè con PTT – peso totale a terra – di 16 tonnellate ed oltre) sono state 9.859, con una crescita del 23% rispetto allo steso periodo del 2016. Nella graduatoria dei paesi europei in base alla percentuale di crescita delle immatricolazioni di veicoli commerciali pesanti nel primo semestre 2017, rileva il Centro Ricerche Continental Autocarro, l’Italia si colloca al secondo posto, superata solo da Cipro (che ha visto una crescita maggiore ma con numeri assoluti di gran lunga minori rispetto a quelli italiani).
Se invece si considerano i solo i maggiori paesi del vecchio continente, l’Italia risulta quella con la percentuale di crescita maggiore. Infatti in Francia le immatricolazioni di veicoli commerciali pesanti da gennaio a giugno sono cresciute del 5,9%, nel Regno Unito del 5,6%, in Germania sono calate dell’1,2% e in Spagna dell’1,1%. La percentuale media di crescita dell’Unione Europea è stata del 2,2% e quindi molto minore rispetto a quella italiana.
Sono positivi anche i dati sulle immatricolazioni di autobus. Infatti, sempre secondo i dati Acea diffusi dal Centro Ricerche Continental Autocarro, nei primi sei mesi del 2017 le immatricolazioni di autobus nel nostro Paese sono salite del 49,6% rispetto allo stesso periodo del 2016. In Germania le immatricolazioni di bus sono cresciute del 9,7% e in Spagna del 16,5%, mentre in Francia sono calate del 18,4% e nel Regno Unito del 3,5%. La percentuale media di crescita registrata nei paesi dell’Unione Europea è stata del 3,8% e quindi, anche in questo caso di gran lunga più bassa rispetto a quella italiana.

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