Ripresi i lavori per la rimozione delle macerie del ponte Morandi a Genova sotto il controllo della magistratura

Passata l’allerta meteo, riprende la rimozione delle macerie del ponte Morandi finite nell’alveo del torrente Polcevera dopo il crollo. I vigili del fuoco stanno operando per creare le condizioni per far lavorare in sicurezza i mezzi delle imprese incaricate della rimozione dei detriti. Le operazioni vanno avanti sotto l’osservazione dei tecnici della Procura che repertano le macerie alla ricerca di elementi utili alle indagini.

Resta interdetta tutta l’area area rossa, quella sul lato est del viadotto, provvedimento che impedisce agli sfollati di poter entrare nelle case a recuperare i propri oggetti, mentre potrebbe essere riperimetrata quella sul versante ovest per permettere alle imprese di riprendere a lavorare: tra queste , anche se solo parzialmente, c’è anche Ansaldo Energia. Intanto si fa accesa la contrapposizione sui tempi della demolizione.

Per il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi devono cominciare ai primi di settembre, anche perché i danni alle imprese saranno molto alti. Ma questo si scontra con le esigenze della magistratura che deve capire perché il ponte è crollato provocando la morte di 43 persone. Il procuratore Francesco Cozzi ribadisce che se i tecnici diranno che c’è un rischio per l’incolumità pubblica non ostacolerà i lavori di demolizione, altrimenti è prioritaria la conservazione della prova. “L’attività della Procura non può essere condizionata dalla necessità del ripristino della viabilità”.

Da registrare infine una nuova presa di posizione del ministro Di Maio, il quale scrive su Fscebook: “Il ponte Morandi non lo può ricostruire la Società Autostrade, al massimo ci deve mettere i soldi, ma lo deve fare un’azienda di Stato, così possiamo controllare la qualità della ricostruzione. Inoltre stiamo per desecretare i contratti di autostrade e togliergli le concessioni. Siamo poi convinti della nazionalizzazione delle autostrade. Al governo nessuno vuole ridare ai Benetton le autostrade italiane”.

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