Cerimonia al Palazzo del Quirinale quest’anno dedicata alla Giornata internazionale della donna. Matilde Gioli, che ha letto alcuni brani e poesie di Alda Merini, Amalia Rosselli e Miriam Waddington. La prolusione è stata affidata alla scrittice Silvia Avallone, a cui ha fatto seguito l’intervento della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. Nel corso della celebrazione sono stati proiettati dei filmati realizzati da Rai e da Rai Cultura e la cantante Manuela Cricelli, accompagnata dalla chitarra di Beppe Platani, ha eseguito i brani “Mi votu e mi rivotu”, “Cantu e cuntu” e “Rosa” di Rosa Balistreri. Erano presenti alla cerimonia la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, il Presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio e la Vice Presidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni.
Nella Sala Multimediale del Quirinale, il Presidente Mattarella e il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, hanno premiato in collegamento video le scuole vincitrici del Concorso nazionale “Con rispetto. Educando” promosso dal Ministero dell’Istruzione.
IL DISCORSO DI MATTARELLA. «E’ l’8 marzo. Sharon, Victoria, Roberta, Teodora, Sonia, Piera, Luljeta, Lidia, Clara, Deborah, Rossella: sono state uccise undici donne, in Italia, nei primi due mesi del nuovo anno. Sono state uccise per mano di chi aveva fatto loro credere di amarle. Per mano di chi, semmai, avrebbe dovuto dedicarsi alla reciproca protezione. Ora siamo di fronte a una dodicesima uccisione: quella di Ilenia. L’anno passato le donne assassinate sono state settantatre. E’ un fenomeno impressionante, che scuote e interroga la coscienza del nostro Paese», ha detto il presidente della Repubblica.
«Un distorto concetto del rapporto affettivo – che, non a caso, si trasforma in odio mortale – è alla base dei gravi e inaccettabili casi di femminicidio – ha aggiunto il capo dello Stato -. Una mentalità che, al dunque, è solo possesso, bramosia, dominio e, in fin dei conti, disprezzo. L’amore, quello autentico, si basa sul rispetto e la condivisione. Se si giunge a uccidere una donna è perché non si rispettano il suo desiderio di libertà e la sua autonomia. Perché ci si arroga il potere di non consentirne le scelte, i progetti, le aspirazioni. A distanza di settantaquattro anni dall’approvazione della Costituzione – che ha sancito, in via definitiva, l’eguaglianza e la parità tra tutte le persone, senza distinzioni – gli orribili casi di femminicidio – che reclamano giustizia – ci dicono che la legge, da sola, non basta. Che un principio va affermato, ma va anche difeso, promosso e concretamente attuato».
«Questo 8 marzo, purtroppo – ha proseguito Mattarella – si svolge ancora sotto il segno della pandemia, che ha appesantito la nostra esistenza, causando un numero senza precedenti di vittime e immani problemi economici, sociali e di relazioni umane. Un fenomeno planetario imprevisto che ha messo a dura prova la capacità di resistenza dei cittadini e la stessa convivenza civile. La diffusione del Covid-19, come sempre accade nei periodi difficili, ha colpito maggiormente le componenti più deboli ed esposte. Le donne tra queste. Dal punto di vista occupazionale anzitutto. Secondo l’Istat abbiamo 440 mila lavoratrici in meno rispetto a dicembre 2020. Mentre sono a rischio un milione 300 mila posti di lavoro di donne che lavorano in settori particolarmente colpiti dalla crisi».
«L’occupazione femminile è tornata indietro. Ai livelli del 2016, ben al di sotto del 50% raggiunto per la prima volta nel 2019 – ha detto ancora Mattarella -. La causa principale è stata la crisi del settore dei servizi, nel quale lavora l’85% delle donne. Non preoccupano soltanto i dati quantitativi. Peggiora la qualità del lavoro delle donne, con un picco di contratti part-time non volontari, con l’aumento dei lavori a tempo determinato e con una riduzione delle condizioni di conciliazione vita/lavoro. La situazione femminile si fa critica anche dal punto di vista sanitario. L’Inail ha messo in luce, in un recente studio, che quasi il 70 per cento dei contagi denunciati sui posti di lavoro riguarda le donne. Le categorie professionali delle contagiate riguardano soprattutto il settore sanitario».
Il presidente della Repubblica ha poi aggiunto: «Il rispetto verso le donne conosce molte declinazioni. Sul piano del linguaggio, innanzitutto. Dobbiamo respingere le parole di supponenza, quando non di odio o di disprezzo verso le donne. Parole che generano e alimentano stereotipi e pregiudizi ottusi e selvaggi, determinando atteggiamenti e comportamenti inaccettabili. Compromettere l’autonomia, l’autodeterminazione, la realizzazione di una donna esprime una fondamentale mancanza di rispetto verso il genere umano. Il rispetto è alla base della democrazia e della civiltà del diritto, interno e internazionale. Per questo il rispetto delle donne è questione che attiene strettamente alla politica. Rispettare s’impara, o si dovrebbe apprendere, fin da piccoli. Sui banchi di scuola. In famiglia. Nei luoghi di lavoro e di svago. La parità di genere non è solo una grave questione economica e sociale. Ma è una grande questione culturale ed educativa. Negli ultimi due secoli le donne sono state protagoniste di importanti rivoluzioni sociali e culturali, sono state – spesso e in diversi ambiti – i motori del cambiamento. Le donne hanno sempre aiutato a cogliere il valore universale e positivo della diversità, della solidarietà, della pace. Rispettare e ascoltare le donne vuol dire lavorare per rendere migliore la nostra società».
La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, ELENA BONETTI, a sua volta ha affermato: «Vogliamo che le nostre politiche, tutte le politiche, siano valutate trasversalmente secondo l’impatto di genere: è, questa, la scelta di un metodo che percorriamo pienamente inseriti nel comune cammino europeo e che caratterizza come asse fondamentale la proposta italiana per il Next Generation Eu. La transizione ecologica è certamente uno dei punti cardine dello sviluppo. Lo è altrettanto la transizione digitale, in una visione sinergica all’interno della quale il pieno accesso delle donne al mondo del lavoro è e sarà cruciale. Vogliamo che le donne siano libere di realizzarsi senza dover scegliere tra l’esperienza della maternità e quella lavorativa – ha aggiunto -. Scegliamo infrastrutture sociali, fiscalità, politiche attive di investimento nel lavoro femminile in ogni settore, che davvero portino le lavoratrici al centro dello sviluppo dell’Italia per i prossimi anni. L’imprenditoria delle donne e la formazione nelle materie scientifiche sono due vettori strategici in questa direzione. C’è bisogno di donne nella scienza perché la scienza contribuirà a scrivere il futuro di tutti. Ogni donna, ogni bambina, deve potervi accedere da protagonista, senza preclusioni o timori“.
Tra le varie iniziative anche quella del Ministero dell’Economia e delle Finanze che partecipa alla campagna #ChooseToChallenge (‘Scegli di sfidare’), promossa dal network di cooperazione e sensibilizzazione sui valori di parità di genere IWD (International Women’s Day), illuminando di viola (scelto quest’anno come simbolo cromatico di giustizia e dignità) la facciata del Palazzo delle Finanze in via XX Settembre per una settimana.
Intanto, rispondendo all’appello di ‘Non una di meno‘, l’Unione Sindacale di Base ha proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata di tutte le categorie pubbliche e private, con esclusione della scuola e del trasporto pubblico locale. In aggiunta agli appuntamenti organizzati in tutta Italia da Non Una di Meno, Usb ne organizza 4 direttamente collegati alle lotte e alle rivendicazioni delle donne nei posti di lavoro.
COLPITA DALLA PANDEMIA SOPRATTUTTO L’OCCUPAZIONE FEMMINILE – Oggi, sempre per la celebrazione dell’8 marzo, la vicepresidente americana Harris e la premier neozelandese Arden interverranno alla plenaria del Parlamento europeo. Con l’occasione va segnalato che, secondo i dati diffusi dall’Istat, a dicembre l’occupazione è tornata a diminuire, interrompendo il trend positivo che tra luglio e novembre aveva portato a un recupero di 220 mila occupati. Il calo occupazionale – scrive l’istituto – è concentrato sulle donne e coinvolge sia i dipendenti sia gli autonomi. Il mese di dicembre mostra, rispetto a novembre, una dinamica decisamente diversa tra donne e uomini con il tasso di occupazione che cala per le prime di 0,5 punti mentre cresce quello di inattività (+0,4 punti). Per gli uomini l’l’occupazione è stabile e cala l’inattività (-0,1 punti). Su base annua l’occupazione cala di 0,4 punti per gli uomini e 1,4 punti per le donne e l’inattività cresce, seppur in maniera più accentuata tra le donne (+2,0 punti contro l’aumento di +0,9 punti degli uomini).
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