7 GIORNI IN SENATO/ rubrica di F. M. PROVENZANO/ Come il governo cerca di toglierci il diritto di eleggere i senatori

provenzanodi Francesco Maria Provenzano/

Lunedì 14 settembre si sono riunite varie commissioni. Innanzitutto la Commissione Affari Costituzionali per esaminare Il disegno di legge n. 1429-B (revisione della Parte II della Costituzione) per il quale sono stati presentati 513.450 emendamenti: la loro l’illustrazione è prevista nella seduta convocata per martedì 15 settembre. La Commissione Giustizia per la trattazione del disegno di legge in materia di disciplina delle coppie di fatto e unioni civili (A.S.-14 e connessi). Questa settimana prosegue, inoltre l’esame delle modifiche apportate dalla Camera al ddl 1119.B, in materia di diffamazione. La Commissione Ambiente per proseguire la discussione del ddl n. 1676, recante disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali, già approvato dalla Camera dei deputati. Il provvedimento è calendarizzato in Aula dal 22 al 24 settembre.

Martedì 15 l’Assemblea di Palazzo Madama si è riunita alle 16,30 ed in apertura di seduta il senatore Stucchi (Lega Nord) ha comunicato iniziative volte a richiamare l’attenzione del governo sul problema degli esodati. Endrizzi (M5S) ha chiesto delucidazioni al presidente del Senato in ordine all’ammissibilità degli emendamenti riferiti al ddl di riforma costituzionale n. 1429-B: anticipando la pronuncia della Giunta per il Regolamento, la presidente della Commissione affari costituzionali, Finocchiaro, ha affermato che, in mancanza di un accordo tra le forze politiche, sarà applicato alla lettera il Regolamento, che non ammette emendamenti su parti della legge non modificate dalla Camera. L’Assemblea ha poi avviato l’esame del ddl n. 1971, recante Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali, già approvato dalla Camera dei deputati. I relatori, Casini (AD) e Latorre (PD), nel riferire sul testo proposto dalle Commissioni riunite, hanno ricordato che il ddl, d’iniziativa parlamentare, è stato approvato dalla Camera senza alcun voto contrario. Il provvedimento mira a fornire una cornice normativa unitaria per l’invio di contingenti italiani all’estero, nel quadro delle missioni dell’ONU e delle altre organizzazioni cui partecipa l’Italia, in primo luogo Nato e Unione europea.

Nella discussione generale sono intervenuti Pegorer, Casson, Maran (PD); Cotti, Elisa Bulgarelli (M5S); Stucchi (LN); Paola De Pin (GAL); Gasparri (FI-PdL). Il M5S ha segnalato alcune criticità: il concetto di missione internazionale non è definito con precisione: si ammette la partecipazione a operazioni non deliberate dall’ONU. La senatrice De Pin (GAL) ha annunciato voto contrario, PD, Lega e FI-PdL hanno annunciato voto favorevole. La Lega ha espresso particolare apprezzamento per l’introduzione di misure di intelligence. Non essendo pervenuta la relazione tecnica, il seguito dell’esame è stato rinviato alla seduta di domani.

Mercoledì 16, l’Aula nella seduta antimeridiana delle 9,30, con votazione a scrutinio segreto, ha respinto le dimissioni del senatore Vacciano, del gruppo Misto, che ha compiuto il gesto dopo l’uscita dal Movimento 5 Stelle ribadendo la volontà di abbandonare il mandato per rispetto della volontà degli elettori. Castaldi, Laura Bottici e Airola (M5S) hanno annunciato voto favorevole, invitando l’Assemblea a non strumentalizzare la vicenda. Carraro (FI-PdL) ha annunciato voto favorevole per rispetto personale. Buemi (Aut) ha annunciato invece voto contrario, ritenendo che le ragioni delle dimissioni siano politiche e non personali. Pur non condividendo i motivi della scelta,  Campanella (Misto) ha annunciato voto favorevole, le senatrici Bencini e Simeoni (Misto) hanno invece dichiarato voto contrario. Falanga e D’Anna (AL) hanno annunciato voto contrario in nome del divieto di vincolo del mandato parlamentare.

L’Assemblea ha avviato, infine, l’esame del ddl n. 1559, recante norme per la riorganizzazione dell’attività di consulenza finanziaria. La relatrice, Ricchiuti del PD, ha illustrato il provvedimento, finalizzato alla razionalizzazione del sistema di vigilanza sui promotori finanziari e sui consulenti finanziari mediante mirate modifiche al testo unico della finanza. La proposta consta di un unico articolo ed è volta all’istituzione di un albo unico gestito da un solo organismo con personalità giuridica di diritto privato. L’albo si articola in tre distinte sezioni con riguardo al tipo di attività svolta dai soggetti, che assumono le seguenti denominazioni: consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (attuali promotori finanziari); persone fisiche consulenti finanziari indipendenti (attuali consulenti finanziari); società di consulenza finanziaria. Nella discussione generale è intervenuto Gianluca Rossi (PD). Il seguito dell’esame è stato rinviato, in attesa del parere della Commissione bilancio. La seduta è terminata alle ore 12:26.

La seduta pomeridiana delle 16,30 è stata dedicata alle modifiche al calendario corrente, approvato dalla conferenza dei Capigruppo, in cui è stato inserito il ddl n. 1429-B di riforma costituzionale e, ove concluso in Commissione, il ddl sulle unioni civili. Per l’esame del ddl costituzionale, che inizierà domani, sono previste sedute uniche: mercoledì 23 settembre si concluderà la discussione generale e scade il termine per la presentazione di emendamenti. Castaldi del M5S si è dichiarato disgustato da queste forzature regolamentari e ha proposto di modificare il calendario, prevedendo la normale conclusione dell’esame in Commissione. La senatrice De Petris del gruppo Misto-SEL ha parlato di commedia organizzata, che può finire in una tragedia per la Costituzione italiana. La capogruppo di Misto-SEL ha proposto infine di discutere venerdì prossimo le unioni civili e il reddito minimo garantito. Paolo Romani di FI-PdL ha espresso sgomento e inquietudine per l’immediata calendarizzazione della riforma costituzionale, in mancanza di una decisione sull’emendabilità dell’articolo 2 e con una maggioranza che non ha manifestato la volontà di varare una riforma condivisa. D’Anna di AL ha annunciato voto favorevole al nuovo calendario. Secondo Centinaio della LN l’accelerazione della riforma costituzionale, che non costituisce una priorità del Paese, risponde alla logica della prova di forza del premier nei confronti della minoranza del PD. Anna Bonfrisco di CR ha chiesto al presidente il rispetto della procedura normale, che prevede la conclusione dell’esame in sede referente. Quindi la riforma del Senato è stata messa in calendario e da giovedì sarà quindi all’attenzione del Senato. Il premier Renzi spera in un’approvazione definitiva entro metà ottobre, ed a questo proposito ha anche convocato per lunedì la Direzione del Pd, proprio per fare una conta dopo che la minoranza ha continuato a dare battaglia sulla riforma.

Giovedì 17, nella seduta antimeridiana la presidente della Commissione Affari costituzionali, senatrice Finocchiaro, ha riferito sui lavori della Commissione, che non si sono conclusi. Come deciso il 16 e confermato il 17 settembre dalla Conferenza dei Capigruppo, la discussione generale si concluderà nella seduta unica di mercoledì 23 settembre; il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per le ore 9 del 23 settembre, poi è iniziata la discussione finale sulla riforma della Costituzione, che prevede la fine del bicameralismo paritario. Una discussione iniziata come da attese: con le opposizioni in rivolta che gridano al regime o, come nel caso di M5S, che fanno Aventino e abbandonano i lavori in Commissione. E il presidente del Senato Pietro Grasso, alludendo a una frase attribuita a Renzi, afferma – in altra sede – che non si possono relegare le istituzioni in un museo.

Venerdì 18 alle ore 9,30, l’Aula ha proseguito l’esame sulla revisione della Parte II della Costituzione davanti ad un emiciclo completamente deserto. Molto applaudito l’intervento della senatrice Lo Moro (PD): la portavoce della minoranza del PD in commissione ha rivolto un appello all’ascolto, esprimendo la convinzione che sia a portata di mano un voto unitario del Gruppo con modifiche – riguardanti le funzioni del Senato, la eleggibilità dei senatori, gli organi di garanzia – volte a rendere tecnicamente ineccepibile il testo di riforma. Augello (AP) ha espresso preoccupazione per l’incertezza che avvolge la seconda lettura al Senato ed ha invitato il governo alla moderazione e alla mediazione. La senatrice Pelino (FI-PdL) ha criticato la prepotenza del governo, che vorrebbe relegare il Senato a Camera di ritrovo occasionale delle autonomie. Nella discussione sono intervenuti inoltre il Maran (PD), che ha accusato la sinistra di essere prigioniera… del complesso del tiranno, la senatrice Favero (PD), la sen.atrice Fasiolo del PD, la senatrice Guerra (PD) . che ha richiamato il problema del finanziamento degli enti territoriali,  Zavoli (PD) che ha parlato di tentazione di far cadere il governo, evocando la sindrome Bertinotti;  Astorre (PD) che ha rivolto l’invito a trovare un accordo sulla riforma del Senato.

Il seguito della discussione è rinviato a martedì 22 settembre. La seduta è terminata alle ore 12:45. Appena terminata l’Aula ho chiesto al senatore Morra (M5s), in partenza per Cosenza, un commento sulla riforma del Senato. Ecco la sua risposta: “Le riforme sono specchietto per allodole. Altri sono i provvedimenti che il governo dovrebbe licenziare. Intanto le leggi non debbono essere solo fatte, debbono innanzitutto esser fatte rispettare. Poi il governo deve farsi curare la bulimia decretativa, restituendo al Parlamento il pieno possesso della facoltà legislativa. Se poi si vuole risparmiare (ne dubito), basterebbe dare metà soldi agli eletti e ridurre alla metà gli eletti anche alla Camera ed in tanti altri organi elettivi”. Al di là dello scontro con la minoranza dem e con l’incomunicabilità con il presidente del Senato Grasso, il premier Renzi ha dato mandato ai suoi uomini fidati di continuare a cercare fino all’ultimo un’intesa politica (ma… senza cedere su nulla): perciò lunedì 21, nella direzione Pd, farà una nuova pallida apertura proponendo un listino dei senatori da eleggere.

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