UNO SQUALO SUI MONTI/ Giro d’Italia, riecco Vincenzo Nibali: il siciliano è il re dello Stelvio e incalza il leader Dumoulin. La “corsa rosa” è riaperta

di MARIO MEDORI/ Sulle montagne del Giro 100 spunta uno “Squalo”. E’ lui, Vincenzo Nibali che si aggiudica il tappone con il Mortirolo e il doppio Stelvio. Come l’anno scorso, quando al Giro d’Italia il gioco si fa duro, i duri entrano in gioco. Il duro nello specifico è il corridore azzurro: guerriero in salita e strepitoso in discesa, tanto da regalarsi la prima vittoria italiana di questa edizione della “corsa rosa”. In una tappa epica, la Rovetta Bormio di 222 km, il 32enne siciliano della Bahrain-Merida batte in volata Landa, stacca Quintana (a 12″, 18″ considerati gli abbuoni) e fa il vuoto su Dumoulin (2’16”, più 10″ di abbuono) appiedato da un guaio intestinale: ma l’olandese conserva comunque la maglia rosa. Il Giro è riaperto. Ora sì, può accadere di tutto.

Gli ultimi trenta chilometri di fuoco rasentano la magia. Attacchi e contrattacchi tra Nibali e Quintana sull’Umbrailpass, il versante inedito dello Stelvio, dove è scollinato per primo lo spagnolo Landa, poi ripreso in discesa dal ritmo forsennato del siciliano tra i tornanti leggendari. È lì che Nibali ha tenuto il colombiano a debita distanza e ha costruito la sua 7° vittoria di tappa al Giro. Ma è stato un attacco intestinale accusato dalla maglia rosa Tom Dumoulin il vero colpo di scena della giornata: costretto a fermarsi prima dell’Umbrailpass, a ripartire e a scalare l’ultima salita tutto da solo, ha perso secondi importanti dai rivali per la vittoria finale. Ora la classifica generale recita: Dumoulin stoico (e deluso) sempre in maglia rosa, ma ora con soli 31″ di vantaggio su Quintana e 1’12” su Nibali. Lo “Squalo dello Stretto” alla partenza doveva recuperare 3’40”.

Il tappone di montagna del Mortirolo. Era la tappa più dura e si sapeva: 222 chilometri, con 5500 metri di dislivello. L’andatura molto sostenuta in avvio, addirittura a una media di 50,3 km/h nei primi 60 minuti, non permette agli attacchi di prendere il largo, con la prima vera azione innescata al km 48 con Bilbao Lopez, Kiryienka e Mohoric raggiunti ben presto da una ventina di corridori. Questa è la situazione al via della salita verso il Mortirolo (12,6 km al 7,6% con punta al 16%) coi fuggitivi che prima perdono e poi guadagnano secondi sulla seconda parte dell’ascesa. A transitare per primo sul gpm intitolato a Michele Scarponi (omaggiato da una gigantografia 5×5 metri all’ultimo tornante) è proprio un suo ex compagno, lo spagnolo dell’Astana Sanchez, seguito dai connazionali Fraile e Landa. Kruijswijk e Rolland gli altri nomi forti tra i battistrada, in vantaggio di 1’55” quando inizia la discesa verso Grosio. Ritmo alto in questa prima parte di gara, utile fin da subito a far selezione, con Elissonde (Sky), Hermans (Bmc) e Sen De Bie (Lotto Soudal) costretti al ritiro.

Il passaggio alla Cima Coppi. I 23 chilometri di fondovalle passando per Bormio preparano l’attacco alla prima ascesa sullo Stelvio (Cima Coppi): qui sulle terribili rampe fino a 2758 metri, 21,7 km al 7,1% di pendenza media e punte del 12%, il gruppo di testa si sgretola e davanti restano soltanto in otto tra cui Landa, Sanchez, Izagirre, Amador e Kruijswijk, mentre tra i big a Nibali rimane il solo Pellizotti a supporto, con Quintana che conta invece su tre uomini nella fuga di giornata. La Cima Coppi incorona Landa, abile a scattare e a varcare per primo la vetta, mentre Anacona rientrava sugli 8 al comando. Sulla discesa allunga Amador, poi raggiunto da Landa; Izagirre invece rallenta per attendere la maglia rosa e supportare da vicino Quintana. Davanti i fuggitivi tornano compatti e il gap, nella valle che porta all’Umbrailpass, si mantiene sui 2’ scarsi.

Maglia rosa out. Eccoci al colpo di scena di questa tappa. Kruijswijk parte proprio quando comincia l’Umbrailpass, braccato immediatamente da Landa che si lancia in testa da solo. Ma è dietro che accade il colpo di scena: a -33 km dall’arrivo Dumoulin è vittima di un attacco intestinale che lo costringe a fermarsi a bordo strada. L’olandese riparte tutto solo dopo un minuto abbondante e avendo perso il treno dei big, non intenzionati però ad approfittare subito del problema occorso alla maglia rosa. Così Dumoulin avvia la sua rimonta disperata al ritmo di una “cronoscalata”, mentre prima Nibali e poi Quintana, dopo aver temporeggiato, tentano l’allungo ai -25 dall’arrivo portandosi dietro con loro solo Pozzovivo e Zakarin. La maglia rosa fatica; lo Squalo intanto rilancia a 500 metri dal gpm e con Quintana, in discesa, riprende Landa a 11,8 km dal traguardo. Poi il siciliano sui tornanti più tecnici fa il vuoto proprio insieme a Landa, staccando seppur di poco, il colombiano. Allo sprint Nibali si prende il successo sullo spagnolo e trionfa con 12″ su Quintana (+ 6″ di abbuono). Il Giro è riaperto, viva il Giro.

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