Del Greco, il poliziotto che arrestò il Canaro, a Radio Cusano Campus: “A un certo punto cambiò voce come in un film dell’orrore”

di SERGIO TRASATTI/ Sono passati 30 anni da quel 18 febbraio 1988 quando Pietro De Negri attirò l’ex pugile bullo della Magliana Giancarlo Ricci nel proprio negozio con la scusa di rapinare uno spacciatore di cocaina. Lo convinse a nascondersi in una gabbia per cani, apparentemente in esecuzione del piano, ma poi lo chiuse dentro, lo stordì e lo seviziò per sette ore. Una vicenda orribile raccontata recentemente anche dal cinema con “Dogman” di Matteo Garrone e “Rabbia furiosa” di Sergio Stivaletti (una versione più horror rispetto al lungometraggio di Garrone). Ma sulla vicenda sono stati scritti anche molti libri. Pubblicato da poco, “il Canaro della Magliana” (Newton Compton), un romanzo scritto a 4 mani dal giornalista Massimo Lugli (che all’epoca seguì l’incredibile storia per “La Repubblica”) e da Antonio Del Greco, il poliziotto che arrestò De Negri (nella foto: Del Greco col “Canaro”).

Antonio Del Greco a Radio Cusano Campus: “Il Canaro cambiava voce come in un film horror”. L’attuale direttore operativo dell’Italpol nonchè ex dirigente della squadra omicidi di Roma, intervistato da Fabio Camillacci per “La Storia Oscura”, ha rivelato particolari agghiaccianti sull’arresto e sulla confessione di Pietro De Negri: “Dopo il fermo -ha raccontato Del Greco- tenemmo il De Negri nell’ufficio della squadra mobile più di 36 ore per farlo crollare perché eravamo già certi che fosse stato lui a commettere quell’atroce delitto, però serviva la sua confessione. Per cui avendo capito il personaggio, dopo averlo attentamente studiato anche dal punto di vista psicologico, durante l’interrogatorio, ad un certo punto avemmo l’intuito di attaccarlo personalmente dicendo ‘vabbè ma smettiamola perché tanto questo non è un uomo, questa è una persona che non avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto a un uomo grande, grosso e forte come l’ex pugile Ricci’. Improvvisamente, il ‘Canaro’ cambiando in maniera spaventosa il suo tono di voce, e parlando con una voce da thriller, da film horror, una voce che gli proveniva da dentro ci disse ‘adesso vedete se nun so un omo, ve dico come l’ho ammazzato quell’infame’. E con questa voce baritonale diversa dalla sua vuotò il sacco raccontandoci per 40 minuti gli orribili scempi che aveva fatto sul corpo del Ricci. Insomma, improvvisamente non era più impaurito, terrorizzato, ma parlava con questa voce forte, inquietante e lo sguardo fisso nel vuoto. Un po’ come nei film “Schegge di paura” con Richard Gere”.

Del Greco: “De Negri fece tutto da solo, senza complici”. La mamma di Giancarlo Ricci, Vincenzina Carnicella, intervistata recentemente da Federica Sciarelli per “Chi l’ha visto?” ha ribadito il suo pensiero dicendo: “Er Canaro è un pupazzo, non è stato lui a uccidere mio figlio. Si è addossato la colpa perché qualcuno lo ha spaventato e gli ha detto che avrebbe fatto la stessa fine. Dentro il negozio c’erano quattro impronte di scarpe. Di chi sono?”.  Su questo punto Antonio Del Greco, sempre ai microfoni di Radio Cusano Campus ha detto: “A me dispiace per la mamma del Ricci che conosco per averla interrogata più volte, ma il ‘Canaro’ non ebbe complici, fece tutto da solo. D’altronde, ci sono stati 3 gradi di giudizio, indagini portate avanti da diversi investigatori, un pubblico ministero, un giudice istruttore, tantissime udienze da parte della magistratura, trovo quindi assolutamente fuori luogo dire che Pietro De Negri non abbia fatto tutto da solo e che abbia avuto dei complici”. Una gran brutta storia, che rimane orribile a 30 anni di distanza.

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