Governo ubriaco? L’accusa del senatore leghista
ai colleghi sul settimanale “Tre Bicchieri” di “Gambero Rosso”
La nuova proposta di legge sul turismo del vino, appena presentata da Ylenia Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia, provoca la scintilla che accende Gian Marco Centinaio, senatore leghista e vice presidente vicario del Senato, che scopre stupito di essere stato ignorato nel disegno della nuova disciplina, presentata come “un lavoro che va a regolamentare il settore enoturistico, fino ad ora lasciato all’approssimazione personale. Toni offensivi che scatenano subito la reazione dell’ex ministro delle Politiche Agricole che aveva dimostrato un grande impegno per arrivare alla genesi della prima legge sull’enoturismo. In un intervista per il settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso racconta infatti che in quel caso, fu fatto tutto un lungo percorso trasversale di confronto sia con il senatore Dario Stefàno (Pd), sia con le associazioni di categoria. Quindi quella legge è il frutto di una mediazione tra mondo agricolo e mondo del turismo. Adesso, invece, si va a stravolgere un equilibrio che si era riusciti a trovare.
Il nuovo decreto infatti abrogherà il precedente introdotto nel 2019, con un solo grande sconfitto, l’intero comparto del vino che sarà danneggiato da questo nuovo provvedimento. Centinaio osserva infatti che con il nuovo ddl da una parte si va ad allargare fin troppo la platea dei soggetti preposti a fare enoturismo e dall’altra si chiude il campo, chiedendo il diploma di sommelier. Non è equilibrio.
Cinque anni per far adeguare le Regioni a una legge che ora, senza una reale necessità normativa, viene rimaneggiata in maniera quasi radicale. Rincara la dose il senatore leghista: «E’ insensato fare una nuova legge a distanza di così pochi anni solo perché si vuol mettere il proprio nome sopra ed essere così considerati legislatori attivi»
Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, si sta discutendo una legge che già esiste, smantellando tutto quello che è stato realizzato fino ad ora. La legge Centinaio del 2019, per quanto migliorabile, ha disciplinato e razionalizzato l’esercizio dell’attività enoturistica, e un nuovo intervento legislativo comporterebbe un ulteriore sforzo di riadeguamento per gli operatori enoturistici, che, nella maggior parte dei casi, si sono già allineati al quadro normativo esistente. L’enoturismo – ha concluso – deve essere una pratica legata al settore del vino.
Innanzitutto, si allarga elenco dei soggetti che possono fare enoturismo, aprendo la porta anche alle imprese agroindustriali o a interpretazioni soggettive dei luoghi che possono diventare “enoturistici†solo per vicinanza geografica alle cantine, con un vincolo in più: il responsabile delle attività enoturistiche deve essere in possesso della qualifica di sommelier, ulteriore complicazione che prevede un percorso di tre anni per raggiungere il diploma e non necessario per accompagnare il turista nel racconto dell’azienda vitivinicola. Come andrà a finire?
Elena Santoro (Ufficio stampa)
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