Valencia, dove sessantamila italiani hanno trovato il piacere di viverci

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO  – In Spagna questa estate ho fatto tappa a Valencia, dove sono stato colpito dalla dalla pulizia, dall’ordine, dal senso di sicurezza che ti accompagna e dalla funzionalità dei trasporti pubblici. Ho visitato la città delle Arti e delle Scienze progettata da Calatrava (foto), che è un richiamo turistico per l’imponenza e per la progettualità architettonica dell’opera nel suo insieme.

In una domenica di fine luglio calda e afosa mi sono rinfrancato entrando nel “Caffè del Duende”, il caffè del flamenco (foto), e sono rimasto estasiato dall’esibizione dei ballerini Carlos Ruiz e Chiva Mãrquez con i loro movimenti plastici e le flessuose movenze, esaltate dai costumi indossati. Ad accompagnarli erano le voci di Tomas de Los Cariño e Javer Calderon e le note della chitarra suonata da Juan del Pilar. Il locale si trova dopo le Torri Quart  in Calle Turia.

In questa città ho trovato delle forti e radicate tradizioni storiche e sociali. Si sono trasferiti e vi risiedono circa 60 mila italiani che hanno scelto di vivere in questa città proprio per l’eccellente qualità della vita.

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