TEATRO/ Uomini tremate! Ecco “SPEM” all’Orologio di Roma

di FEDERICO BETTA – Quando uscì Scum – Manifesto, il trattato di politica femminista radicale della militante Valerie Solanas, la società americana era ancora arroccata sui valori tradizionali del patriarcato, della famiglia e delle ‘buone maniere’. Era il 1968 e il movimento di rivolta politica culturale, studentesca e femminile stava esplodendo. Da allora sono state diverse le riduzioni teatrali, cinematografiche e performative di quel testo cardine che non ha mai smesso di bruciare al cuore della cultura occidentale.

SPEM teatroOggi, grazie a Cristina Pelliccia e Giulia Trippetta, il lavoro della Solanas riprende vita in una trasposizione teatrale che trasforma il Manifesto in una conferenza spettacolo dai toni grotteschi.

Entriamo in questo mondo futuribile già divisi in due: da una parte della platea si accomodano le donne, dall’altra gli uomini. Sul palco, il gruppo S.P.E.M. (questo il titolo del lavoro – Società per l’eliminazione del maschio – che si rifà a Scum– Feccia) ci reimmerge nelle scottanti questioni sollevate dal Manifesto della Solanas calcando la mano sugli aspetti più surreali e comici. Nel corso dello spettacolo, assistiamo a una vera e propria conferenza, con tanto di domande al pubblico e una onesta predilezione di tutte e quatto le attrici in scena (oltre alle registe anche Elena Crucianelli e Bianca Friscelli) per l’ala femminile della platea.

Il gioco è chiaro sin dall’inizio e le risate più fragorose vengono proprio dalle donne che si uniscono a questa ode ribelle con trasporto e convinzione. La comicità dello spettacolo, che riprende dall’originale la provocazione graffiante, non evita però di calcare alcuni dei tasti più duri e interessanti della Solanas. Oltre l’invettiva, l’ironia e la vera e propria satira che sovverte la tradizionale separazione di genere, S.P.E.M. infatti impianta le unghie acuminate soprattutto nel rapporto tra i sessi per quanto riguarda il rispetto, l’ascolto reciproco e una sincera riflessione sulla relazione quotidiana tra uomo e donna.

L’ala maschile della platea a un certo punto si arrende, non sapendo più come reagire a quel continuo e ferocissimo atto d’accusa per una responsabilità che forse non è fino in fondo chiara. E anche se alla domanda diretta, che chiede ai maschi in sala se tutto quello a cui hanno assistito li ha sconvolti in qualche modo, nessuno alza la mano, è certo che uscito da S.P.E.M. ogni uomo si sarà chiesto perché tanta ferocia e tanta violenza era rivolta nei suoi confronti.

Augurandoci che nell’elaborazione dello spettacolo le due autrici/attrici affondino ancora più il coltello nei grandi temi sollevati dalla Solanas, dissolvendo magari qualche momento meno felice in cui cade il loro lavoro, non possiamo che ringraziarle per aver portato in scena ancora una volta un lavoro che interroga direttamente i ruoli di genere e i rapporti tra i sessi.

 

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