Struttura segreta di ‘ndrangheta: arresti in Calabria (anche due politici)

Individuata dai carabinieri quella che viene definita la “struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta in grado di dettare le linee strategiche” di tutta l’organizzazione e di “interagire sistematicamente e riservatamente con gli ambienti politici, istituzionali ed imprenditoriali”: cinque gli arresti, eseguiti dai carabinieri del Ros e da quelli di Reggio Calabria.

Secondo le indagini, la struttura dava le direttive a tutta l’organizzazione e teneva contatti di “alto livello” nei vari ambienti, “al fine di infiltrarli ed asservirli – affermano gli investigatori – ai propri interessi criminali”. La struttura segreta scoperta avrebbe avuto un “ruolo determinante” nel condizionamento di alcuni “appuntamenti elettorali in ambito comunale, provinciale, regionale”, nonché “nell’individuazione di propri affiliati da proiettare nel parlamento nazionale”. L’ordinanza è stata emessa su richiesta della Dda di Reggio Calabria: i destinatari del provvedimento sono accusati di associazione mafiosa. Tra loro anche due politici: il senatore di Gal, Antonio Caridi, per il quale è stata chiesta l’autorizzazione all’arresto del Senato, e l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra, arrestato, storico braccio destro dell’ex governatore calabrese Giuseppe Scopelliti,  nonché  l’imprenditore Francesco Chirico.

Una nuova ordinanza di custodia cautelare, che ne ricostruisce il ruolo di fondamentale pilastro della ‘ndrangheta reggina, è stata emessa nei confronti degli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, entrambi già condannati in via definitiva per concorso esterno alla fine degli anni Novanta e di recente arrestati nuovamente nell’ambito di altre inchieste.  Giorgio De Stefano è da sempre considerato la vera mente del potente omonimo casato mafioso. Era il cugino prediletto di don Paolo, il boss che ha scritto la storia della ‘ndrangheta moderna. A lui, secondo i magistrati, si deve anche l’ingresso dei De Stefano nei segreti consessi massonici della penisola.

 Paolo Romeo dopo la condanna per concorso esterno  ha continuato a governare la politica e l’imprenditoria reggina. Le più recenti inchieste lo indicano come capo di una loggia massonica segreta in grado di esercitare influenze negli enti locali e in parlamento.

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