SECONDO ME/ A proposito di Walesa

di GIOVANNI PEREZAlla puntata bolzanina di Lech Walesa, considerato il fondatore del movimento polacco Solidarnosc, il quotidiano Alto Adige ha dedicato martedi scorso una intera pagina. Nella nota, tra il resto, si metteva in rilievo che Walesa aveva dichiarato che sarebbe ora che l’Europa venga riformata secondo le nuove esigenze. Tutto giusto, solo che, a mio giudizio, durante la serata era mancata una domanda “cattiva” a Walesa: nessuno infatti gli ha chiesto se il movimento Solidarnosc era stato veramente fondato da lui nell’agosto del 1980 o se si era trattato di un colossale “imbroglio” escogitato dai governanti di allora . Secondo qualcuno, Solidarnosc in realtà era stato “costruito” dallo stesso governo comunista polacco per imbrigliare e anestetizzare le rivolte operaie che correvano il rischio di infiammare la Polonia. Un sospetto che per me è un dato acquisito. Ed ecco il perché.

A quel tempo, siamo nella seconda meta´degli anni ‘70, mi trovavo spesso a Varsavia per acquistare qualche quadro direttamente dagli autori. Occasionalmente soggiornavo anche ad Ursus, un quartiere alla periferia della capitale polacca ove ha sede una grande fabbrica di trattori. Ad Ursus avevo assistito alla grande protesta degli operai della fabbrica ed alla successiva repressione con l’arresto, durante la notte, di molti operai che avevano partecipato alla protesta. Una cosa “normale” a quel tempo per quel regime comunista, che non esitava a ricorrere anche all’esercito per reprimere scioperi o agitazioni. Ma nel 1980 gli anni della dura repressione erano trascorsi e anche il “grande fratello” e protettore sovietico era al tramonto.

Che il loro potere assoluto fosse al tramonto lo avevano capito benissimo anche i dirigenti comunisti polacchi: il tempo delle baionette era ormai passato e con esso il potere assoluto di repressione. Allora i governanti comunisti ancora al potere avevano escogitato un sistema per arrivare ad una transizione “tranquilla”, senza troppe velleità di vendette sanguinarie: era stato così che i governanti avevano pensato di creare un movimento che fosse apparentemente “rivoluzionario” ed “indipendente”, ma non troppo, e che in realtà fosse controllabile dal regime. Così era stato “costruito” il mito Walesa-Solidarnosc, il mito, cioè, di un sindacato libero ed indipendente nel quale avevano creduto tanti polacchi.

In fondo, visto a posteriori, bisogna onestamente riconoscere che era stato uno stratagemma che aveva consentito un passaggio dalla dittatura comunista ad una società democratica senza spargimento di sangue.

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