QUEST’ITALIA/ Se in nome del Santo ti sparisce l’auto dal parcheggio

ARCURIdi ENZO ARCURI – Capita anche questo nell’Italia di questo millennio e capita per di più in un città di mare, sede di un importante polo ferroviario della Calabria che serve una città capoluogo, un’area a forte vocazione turistica e larga parte della provincia più vasta della regione. Il riferimento, niente affatto casuale, è alla città di Paola, la città ddi San Francesco, patrono della Calabria, che proprio nei primi quattro giorni di maggio dedica al Santo della carità grandi festeggiamenti, quest’anno ancora più grandiosi per la ricorrenza del sesto centenario della nascita. Dunque capita che lasci la tua auto nel parcheggio a ridosso della stazione ferroviaria in un posto che non contempla alcuna prescrizione, sali sulla freccia bianca per Roma e sei sicuro che al ritorno, come  è accaduto molte altre volte, trovi la tua auto per l’ultimo tratto del viaggio. Questa volta invece, quando dopo pochi giorni torni, la tua auto non c’è ed il parcheggio è diventato la location di un grande luna park con gli stand e le roulotte che sfiorano binari e pensiline.

La sorpresa è cocente, monta la rabbia, non sai cosa fare anche perché in giro non c’è nessuno, è l’ora della siesta del pranzo, il tempo minaccia pioggia, il luna park consuma la lunga pausa del primo pomeriggio, fra gli stand e le roulotte si vede qualche giovane di colore. Per fortuna un siciliano di buona volontà, probabilmente uno dello staff del luna park, coglie il disagio di questa coppia anziana che con i bagagli trascina anche un trasportino con una gattina che non smette poveretta di miagolare. Spiega  che per i festeggiamenti di S. Francesco di Paola il Comune ha deciso a fine aprile di riservare al luna park il parcheggio che è al servizio della stazione ferroviaria e dunque per chi ha parcheggiato la sua auto prima dell’ordinanza c’è la sorpresa della rimozione forzata,  subita senza violare alcuna ordinanza e dunque senza colpa, o, se volete, con l’unica colpa di fidarsi di una amministrazione comunale che con una decisione a dir poco bizzarra cancella di brutto un’area di parcheggio riservata a chi usa il treno per i suoi spostamenti. Il quale, comunque, ora ha il problema  di individuare il deposito dove è stata portata la vettura e di trovare il modo di raggiungerlo, mentre riprende a piovere. In giro non c’è traccia di vigile urbano, anche per loro evidentemente è l’ora della siesta per il pranzo, per di più il pranzo della festa, un rito ed una tradizione irrinunciabili, succeda anche il finimondo. Insomma è un gran pasticcio.

Mitigherebbe la rabbia ed allevierebbe la tensione potere parlare con il sindaco, con il suo assessore al traffico, con il capo dei vigili, insomma con chi ha una qualche responsabilità per gridargli in faccia l’assurdità di una decisione  che offende e mortifica i più elementari connotati di una comunità a misura d’uomo, per fargli capire che non sanno fare il loro mestiere, che per onorare un grande santo (di cui tutti siamo devoti) occorre molto altro, innanzitutto occorre rispettare e soddisfare le esigenze di centinaia di persone che ogni giorno popolano i binari della stazione.

Per fortuna, a consentire il lieto fine (si fa per dire) ha provveduto con grande sensibilità un poliziotto del posto polfer di Paola. Si deve a lui se alla fine è stato individuato il deposito, è stato contattato il titolare (che non voleva rinunciare al pranzo), ed è stato possibile recuperare l’auto, non senza avere prima pagato il corrispettivo (109 euro) per la rimozione forzata e sei giorni di deposito ed avere ritirato un avviso di contravvenzione illeggibile perché la pioggia ha cancellato le contestazioni.

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