Per Gentiloni il canone Rai non vale come voto di scambio. E le sue apparizioni tv non violano la par condicio. La lettera della Raggi sì

di ENNIO SIMEONE – Stamattina l’Ansa ha diffuso la seguente notizia:  «E’ stato appena firmato da parte del ministro dell’Economia e del ministro dello Sviluppo economico il decreto per l’aumento della fascia di reddito di esenzione del canone Rai per gli over 75″. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, intervenendo alla conferenza stampa dell’Agenzia del Demanio sui risultati 2017. Gli esentati over 75 passano così da 115.000 a 350.000, ha annunciato il premier».

Il ministro dell’Economia è Pier Carlo Padoan, candidato alle elezioni politiche nel Pd. Il ministro dello Sviluppo Economico è Carlo Calenda, non candidato né iscritto al Pd ma addetto a denigrare a giorni alterni la sindaca di Roma quando non è impegnato, negli altri giorni, a collezionare smentite e figuracce sugli accordi sindacali con aziende che gli promettono riassunzioni o cassa integrazione ai dipendenti da licenziare e poi gli fanno marameo. Il presidente del Consiglio è Paolo Gentiloni, candidato alle elezioni politiche per il Pd e aspirante sostituto a tempo indeterminato del campione referendario Matteo Renzi.

Tutti e tre questi signori hanno atteso che si arrivasse ad appena due settimane dalle elezioni per cercare di comprare le simpatie e il voto di 235mila famiglie di anziani in cambio di uno sconto di 90 euro una tantum per sopportare l’imperversare quotidiano delle loro immagini e dei loro discorsi debordanti dai teleschermi. La loro speranza, immaginiamo, è che si possa ripetere il miracolo delle elezioni europee di 4 anni fa, quando un provvedimento di sgravio fiscale sul costo del lavoro proporzionato al reddito venne tramutato da Renzi in bonus da 80 euro uguale per tutti destinato a una decina di milioni di italiani, che gli procurò un bel malloppo di voti.

In altri tempi cose del genere sarebbero state additate come “voto di scambio”. Oggi invece nessuno fiata. Il capo del governo e un ministro possono farlo impunemente. Invece alla sindaca di Roma – che non è neppure candidata, ma non è del Pd – viene vietato dall’Agcom fino al 5 marzo di pubblicare sul web la sua quotidiana lettera ai cittadini romani per informarli della attività del Campidoglio. Motivazione: “Evitare che sia vietata la par condicio”. E quella di Gentiloni che imperversa a tutte le ore del giorno e della notte facendo propaganda elettorale su tutti i canali tv che condicio è?  Siamo sicuri che il saggio Mattarella la risposta ce l’ha. Ma se la tiene per sé.

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