OSSERVATORIO AMERICANO/ Trump attacca il dottor Fauci. Ma fa cilecca

di DOMENICO MACERI* –Anthony Fauci non ne ha mai azzeccato una”. Ecco il giudizio di Peter Navarro in un editoriale sul quotidiano USA Today sul più noto virologo in America e forse nel mondo. Navarro, come si sa, è il consigliere al commercio di Donald Trump e nel suo articolo rifletteva le critiche affibbiate a Fauci dal suo capo. Dopo la pubblicazione dell’editoriale e le critiche piovute sul quotidiano per le imprudenti asserzioni, il direttore della pagina degli editoriali, Bill Sternberg, si è scusato, riconoscendo che alcune parti dell’articolo “erano fuorvianti e prive di contesto”.

Il dottor Fauci ha reagito in modo molto diplomatico all’articolo in un’intervista concessa alla Pbs News, la rete di televisione pubblica. Rispondendo a una domanda della conduttrice Judy Woodruff, Fauci ha dichiarato che la Casa Bianca non sta cercando “di screditarlo”, riservando però una stoccata a Navarro, aggiungendo che il consigliere “vive isolato nel suo proprio mondo”.

L’attacco di Navarro a Fauci però faceva parte della campagna dell’amministrazione di Trump incentrata sull’insinuare dubbi sui messaggi realisti di Fauci ma politicamente poco rassicuranti sul Covid-19 che contrastano con il quadro roseo presentato da Trump. Alla fine però il 45esimo presidente si è reso conto che attaccare Fauci era controproducente ed ha suggerito ai suoi collaboratori di andarci piano nei confronti del più noto esperto di malattie infettive. Trump ha capito che in un confronto fra lui e Fauci la maggioranza degli americani sceglie il medico e specialista invece del politico. Il 65 per cento degli americani, infatti, ha dichiarato nei sondaggi di aver fiducia in Fauci. La cifra dovrebbe essere molto più alta ma gli attacchi sul virologo italo-americano hanno avuto effetti non solo su di lui ma hanno anche eroso l’idea che la scienza e la medicina dovrebbero guidare la strategia per affrontare la pandemia e non le parole spesso false e fuorvianti dell’attuale inquilino alla Casa Bianca. Ce lo conferma anche il fatto che il 60 per cento degli americani non approva il modo di Trump nell’affrontare la pandemia.

Gli attacchi personali ai suoi avversari sono stati l’arma di Trump più efficace e spesso hanno funzionato con individui ma anche istituzioni. Il 45esimo presidente mette in dubbio quello che lui non vede di buon occhio e poi nella sua mente e in quella dei suoi sostenitori riesce a sopraffare i “nemici”. Nel caso di Fauci però non gli è riuscito perché la paura del virus è stata più forte delle asserzioni fasulle dell’attuale presidente. Il virologo ne esce vittorioso, ma come sempre, cauto, anche se ovviamente ferito. Rispondendo alla domanda di una giornalista del New York Times la quale voleva dare uno sguardo ad alcune mail offensive e minacciose ricevute, Fauci ha risposto con un secco “no”.

Come spesso avviene quando Trump attacca qualcuno i suoi fedelissimi passano al contrattacco per sostenere il loro capo. Non avremo dunque esempi precisi sulla ferocia degli attacchi ricevuti in privato da Fauci per i quali però è stato messo sotto scorta. Gli attacchi dei collaboratori di Trump sono stati esplicitamente abominevoli. La Casa Bianca ha condiviso anonimamente una lunga lista di commenti fatti da Fauci che dovrebbero dimostrare gli errori commessi dal virologo. Si tratta di una lista molto simile alle ricerche negative su un avversario politico. In particolar modo si cercava di dimostrare che Fauci cambia idea su alcune cose importanti.

Interpellato su questi cambiamenti, Fauci ha spiegato che nella scienza si cambia idea quando nuove informazioni vengono scoperte, le quali fanno capire una data situazione in modo più completo. Nulla di nuovo. Le nuove ricerche ci aiutano ad agire in modo migliore. Fauci ammette di avere sbagliato qualche cosa e non ha nessun problema a chiedere scusa. Trump, ovviamente, non sbaglia mai e non chiede mai scusa per niente. Fauci però nella sua lunga carriera ha salvato la vita a migliaia di persone e si è conquistato una reputazione stellare. L’editorialista Maureen Dowd del New York Times lo ha chiamato “un tesoro nazionale”. Anche il senatore Cory Gardner, repubblicano del Colorado, ha usato la stessa espressione, riecheggiata anche dalla Society for Pedriatic Research. In un recente articolo della loro rivista si legge che Fauci rappresenta il meglio della scienza, medicina e sanità pubblica. Spesso, continua l’articolo, Fauci è chiamato il medico dell’America poiché guida con “integrità” e le sue raccomandazioni sono “basate sulle più solide ricerche scientifiche” e le sue sintesi su qualunque problema si concentrano sempre sui “migliori interessi del Paese”. Trump è tutto il contrario. Tutto quello che fa e dice verte sui bisogni personali e politici.

I media hanno cercato di fare scendere Fauci in campo contro Trump ma il virologo italo-americano non ha abboccato. Rispondendo alla Woodruff se considera di avere la fiducia della Casa Bianca, Fauci ha risposto in maniera positiva. Nonostante le parole diplomatiche e la marcia indietro di Trump, Fauci rimane fiducioso ma con cautela. Il 45esimo presidente, indietro in tutti i sondaggi, ha deciso di riprendere le quotidiane conferenze stampa sul Covid-19. Nel suo più recente intervento ha letto, sempre in modo poco convinto, le raccomandazioni degli esperti, riconoscendo che, come ha detto recentemente Fauci, “la situazione è destinata a peggiorare piuttosto che migliorare”. Ha poi continuato con il suo quadro roseo aggiungendo che il virus “scomparirà” come aveva detto tante volte. Ha poi accettato a malavoglia che l’uso delle mascherine forse può essere “utile” ma non intende imporne l’uso, lasciando la decisione ai governatori. In effetti, nonostante il tono più sobrio, Trump non riesce a capire e seguire le raccomandazioni degli esperti i quali erano tutti assenti alla conferenza stampa. La pandemia ha però aperto gli occhi agli americani che per fermare il Covid-19 il populismo deve mettersi da parte per dare precedenza alla scienza. Trump non sembra averlo capito, ignorando che il vero nemico è il virus. E Fauci è un vero alleato.

*Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California  (dmaceri@gmail.com).

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