OSSERVATORIO AMERICANO/ La potenza della lingua inglese e la sua insufficienza

Domenico Maceridi DOMENICO MACERI* –

“Ho un nipote di nove anni che ama le lingue e gli ho comprato The Rosetta Stone per le vacanze”. La chancellor delle scuole della Città di New York, Carmen Fariña, ha offerto questo consiglio a un genitore preoccupato dai tagli alle lingue straniere nella scuola  di suo figlio. The Rosetta Stone o qualsiasi altro programma CD o DVD non sostituisce una classe dal punto di vista della qualità. Inoltre, circa il cinquanta per cento degli studenti di New York City si trova al di sotto della soglia di povertà e non può permettersi la spesa di duecento dollari.

La debole raccomandazione  di Farina va ben oltre, però, in quanto conferma la visione  americana che le lingue straniere sono materia di scarsa utilità, come spesso accade con la musica e l’arte. Quando si effettuano tagli, si punta  su queste materie “mancanti di indispensabilità”.
È un’opinione in netto contrasto con il resto del mondo, dove le lingue straniere, soprattutto l’inglese, sono considerate materie di base a fianco della lingua nazionale, con la matematica, le scienze ecc.
L’inglese è la lingua franca del mondo a causa della potenza economica, militare, tecnologica e culturale dei Paesi anglofoni. È la lingua dominante negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Canada, in Australia e in Nuova Zelanda. L’inglese domina anche – o è una delle lingue essenziali – in Bangladesh, India, Kenya, Malaysia, Nigeria, Pakistan, Filippine, eccetera.
In più di 47 Paesi  l’inglese funge da lingua dominante o è una delle lingue nazionali. Con più di 400 milioni di persone che parlano l’inglese come lingua madre e  altri 400 milioni che la parlano come seconda lingua, l’idioma di Shakespeare domina il paesaggio globale linguistico. Dato  che “tutti” parlano inglese lo studio di altre lingue passa in secondo luogo. La vecchia barzelletta di un trilingue  che parla tre lingue e un monolingue americano continua in larga misura ad essere veritiera.
Questa situazione mette gli americani e gli anglofoni in condizioni di svantaggio  quando interagiscono con altre persone che possono parlare due o più lingue. A volte rappresenta un pericolo per la nostra sicurezza. Dopo l’undici settembre, per esempio, si è saputo che gli Stati Uniti avevano raccolto enormi quantità di dati che nessuno aveva esaminato a causa delle limitazioni linguistiche. È possibile e anzi probabile che alcune di queste informazioni sarebbero state utili nella lotta al terrorismo.
La conoscenza di altre lingue rappresenta la chiave per capire le diverse culture e i modi di vivere e di pensare degli altri popoli. La conoscenza dell’arabo e di  altre lingue parlate dai seguaci dell’Islam ci permette di comprendere la religione di oltre un miliardo di persone. La conoscenza di altre lingue ci consente di cogliere la motivazione delle persone che potrebbero voler farci del male e di fornire gli strumenti per affrontare queste situazioni.
L’America,  una nazione di immigrati, è una miniera di talento linguistico. Il censimento degli Stati Uniti ci dice che più di sessanta milioni di abitanti parlano in casa una lingua diversa dall’inglese. Purtroppo, questo talento linguistico tende a scomparire dopo una o due generazioni a mano a mano che queste persone si integrano nella cultura americana e la lingua dei  genitori o nonni  diventa un vago ricordo.
Il successo negli Stati Uniti dipende dalla conoscenza della lingua inglese. L’idea di un americano bilingue non ha mai messo radici in America. Diventare americano  si traduce nel diventare monolingue. Questa tendenza si fa strada nel sistema scolastico, dove le lingue straniere sono viste come una dote auspicabile ma non essenziale.
Si può fare molto con l’inglese, ma solo le lingue straniere sono la chiave per capire gli altri e avere successo nel mercato globale. Gli svizzeri ne sanno qualcosa. Oltre alle quattro lingue ufficiali,  l’inglese sta diventando indispensabile per questo Paese europeo. Al di là dell’aspetto economico, però, aggiungere altre lingue all’inglese significa scoprire la nostra comune umanità indipendentemente da quale lingua si possa parlare.

*Domenico Maceri 

docente di lingue all’Allan Hancock College, Santa Maria, California  (dmaceri@gmail.com)  

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