OSSERVATORIO AMERICANO/ Gli ostacoli al decreto di Obama sulle armi da fuoco

Domenico Maceridi DOMENICO MACERI –

“È un bambino capriccioso”. Parla il governatore del New Jersey Chris Christie per descrivere il presidente Barack Obama il giorno prima dell’annuncio della Casa Bianca sui controlli delle armi da fuoco. Parecchi altri colleghi di Christie, candidati alla nomination del Partito Repubblicano, hanno anche loro espresso opinioni negative sul provvedimento, anche loro prima di essere a conoscenza dei dettagli dell’ordine esecutivo di Obama. Marco Rubio, Jeb Bush, e Donald Trump hanno dichiarato che il presidente non fa altro che attaccare il secondo emendamento, che sancisce il diritto di possedere di armi da fuoco.

Frustrato dall’impossibilità di ridurre o eliminare eccidi causati da armi da fuoco, divenuti troppo frequenti, Obama ha creduto di dover fare qualcosa usando i suoi poteri esecutivi. Ad aumentare la frustrazione del presidente si aggiunge ovviamente l’inerzia legislativa delle due Camere, controllate dai repubblicani. Persino subito dopo la strage di Sandy Hook nel Connecticut nel 2012 – in cui venti bambini e sei adulti furono trucidati – il Senato non è riuscito a racimolare sessanta voti per proibire ai privati il possesso di fucili di assalto.
L’ordine esecutivo di Obama è modesto e si concentra principalmente sulla vendita delle armi da fuoco. Una di queste norme costringerebbe i venditori che operano nelle fiere di armi e in Internet ad avere una licenza e a controllare la fedina penale di eventuali compratori. L’idea è di ridurre o eliminare armi da fuoco dalle mani di individui potenzialmente irresponsabili per precedenti penali o per malattie mentali. La FBI provvederà anche ad assumere 230 nuovi agenti ed altro personale per esaminare i comportamenti di eventuali compratori sette giorni su sette. Inoltre Obama dedicherebbe 500 milioni di dollari  alla cura di individui che soffrono di disturbi mentali.

Non si tratta dunque di nessun attacco al secondo emendamento ma di piccoli passi per cercare di mettere sotto controllo la vasta quantità di armi da fuoco in America. La conferma della qualità modesta dell’ordine esecutivo ci viene persino dalla portavoce legislativa della Nra (National Rifle Association), la quale ha dichiarato che Obama non fa altro che “reiterare le leggi già in vigore”. Ciononostante parecchi gruppi hanno già anticipato che si opporranno all’ordine di Obama.

L’opposizione all’ordine esecutivo di Obama non è dunque sul contenuto ma sulla paura delle lobby delle armi da fuoco, che dicono di  voler difendere il diritto dei cittadini di possedere armi. Qualunque suggerimento è visto con sospetto e con il timore che le armi da fuoco possano poi essere vietate del tutto.

Ma va notato che, nonostante l’esistenza del secondo emendamento,  i limiti al possesso di armi da fuoco esistono già. Per esempio, non si possono comprare carri armati né altre armi di uso esclusivo militare. Inoltre, le armi da fuoco non sono permesse sugli aerei e nemmeno in molti altri luoghi pubblici. Questi limiti mirano a bilanciare il diritto costituzionale del possesso di armi con quello della  sicurezza della società. Obama ha fatto riferimento a questo concetto nel discorso con cui annunciava il suo nuovo ordine esecutivo.  Senza  riuscire a trattenere le lacrime, Obama ha reiterato  il diritto alla vita dei bambini di Sandy Hook e quello di molti altri individui nei troppo frequenti attacchi con armi da fuoco.
Alcuni critici spietati della Fox News hanno accusato Obama di falsa sensibilità per ottenere scopi politici con le sue lacrime. Come si sa, però, Obama non sarà più candidato alle prossime elezioni dato che è  alla fine del suo secondo ed ultimo mandato. L’accusa  però funziona per la legislatura repubblicana, che è ricattata dalla Nra e non riesce a fare nulla mediante il suo potere legislativo per ridurre queste troppo frequenti morti imputabili al facile possesso di armi da fuoco. Persino  l’argomento della salvaguardia da persone affette da disturbi mentali in possesso di armi da fuoco, condiviso dal Partito Repubblicano. non ha condotto a nuove leggi per cercare di risolvere la situazione.
I disturbi mentali ci sono in tutti Paesi. La differenza è che in America le armi da fuoco sono troppo accessibili per l’inerzia del Partito Repubblicano. Ecco perché gli Stati Uniti continuano a essere “leader” nelle morti mediante armi da fuoco.

*Domenico Maceri
Docente di lingue all’Allan Hancock College, Santa Maria, California  (dmaceri@gmail.com)

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