Nuova condanna a morte eseguita in Iran: ucciso in piazza un manifestante con l’accusa di “guerra contro Dio” per aver aderito alla rivolta contro la condanna della giovane accusata di aver indossato l’hijab “in modo improprio”

Un secondo manifestante è stato giustiziato questa mattina a Mashhad, in Iran, con l’accusa di aver ucciso due Basiji, componenti della forza paramilitare fondata dall’ayatollah Khomeini.

Secondo l’agenzia di stampa della magistratura Mizan, Rahnavard è stato condannato per ‘muharebeh’ (la ‘guerra contro Dio‘) per aver accoltellato a morte due Basiji, Hossein Zeinalzadeh e Danial Rezazadeh, e averne feriti altri quattro a Mashhad, nella provincia di Khorasan Razavi, il 17 novembre, durante la rivolta in atto dal 16 settembre, dopo la morte in custodia di Mahsa Amini, accusata di avere indossato l’hijab in modo ‘improprio’.

Secondo gli attivisti per i diritti umani, Rhanavard è stato duramente picchiato durante la detenzione, tanto da subire durante l’arresto la frattura di un braccio. Successivamente è stato esposto alla tv di Stato mentre confessava gli omicidi, secondo gli osservatori e gli attivisti sotto la pressione delle autorità. È il secondo manifestante giustiziato dopo Mohsen Shekari, impiccato giovedì scorso, anche lui condannato per Muharebeh, per aver partecipato a un blocco stradale e ferito un Basiji durante le proteste.

L’Iran ha deciso di imporre sanzioni a 10 persone e 5 entità europee: lo ha dichiarato in un comunicato il Ministero degli Esteri di Teheran, citato dall’agenzia Irna, aggiungendo che le sanzioni sono un’azione di ritorsione all’imposizione di sanzioni da parte degli Stati europei. “Gli individui e le entità europee hanno anche sostenuto gruppi terroristici e incoraggiato la violenza e il terrorismo, che hanno portato ad atti terroristici e alla violazione dei diritti umani contro il popolo iraniano”, ha aggiunto il comunicato.

Intanto il Consiglio Ue ha approvato un nuovo giro di sanzioni all’Iran sia per le repressioni alle manifestazioni pacifiche sia per il ruolo di assistenza alla Russia nella guerra all’Ucraina. Nel primo caso ha aggiunto 20 persone e un ente all’elenco delle persone soggette a misure restrittive nell’ambito del regime di sanzioni sui diritti umani in vigore in Iran; nel secondo ha aggiunto quattro persone e quattro entità.

 

Commenta per primo

Lascia un commento