MOSTRA DI VENEZIA: Leone d’oro al film di Guillermo Del Toro, migliore attrice Charlotte Rampling

In un Lido blindato dalla paura di attentati e con molti plumbei film che hanno raccontato “l’ombra scura” sull’America di Trump, prevale il disimpegno, la favola. Neppure i temi di migrazione e ambiente toccano troppo il cuore dei giurati e, alla fine, vince il mistero con il racconto dell’amore, tra un mostro acquatico e una donna delle pulizie, raccontata in THE SHAPE OF WATER di Guillermo Del Toro, che ottiene un meritato LEONE D’ORO per il miglior film. Un’opera perfetta quella del regista messicano per correre anche agli Oscar (e non è la sola di questa edizione felice della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica).

Gran Premio della giuria a un film a tratti bergmaniano come FOXTROT dell’israeliano Samuel Maoz che racconta di guerra e lutto e poi Leone d’argento a Xavier Legrand e al suo JUSQU’A’ LA GARDE, dove è di scena la violenza peggiore, quella familiare.

E l’Italia? Alla fine va bene anche al nostro paese. Vince la Coppa Volpi per la migliore attrice Charlotte Rampling (foto) per il film HANNAH di Andrea Pallaoro (l’ultimo premio al Lido per noi era stato ancora una Coppa Volpi andata a Valeria Golino in Per amor vostro nel 2015). Un risultato, quello del trentino Pallaoro, che se va a un’icona del cinema come la Rampling premia anche questo regista al secondo film che, con coraggio, si è aperto al mercato internazionale.

Per l’Italia c’è poi il Premio Orizzonti per il miglior film NICO 1988 di Susanna Nicchiarelli, ritratto ispirato della musa dei Velvet Underground negli ultimi mesi della sua vita. Un premio, quello di Orizzonti, vinto anche l’anno scorso dall’Italia con LIBERAMI di Federica di Giacomo. Entra un po’ di politica nel Palmares con la Coppa Volpi andata al miglior attore a Kamel El Basha nel film libanese THE INSULT di Ziad Doueiri, dove interpreta un meccanico cristiano-libanese che ha troppi conti aperti con i palestinesi per tollerare una modifica idraulica al suo balcone. Meritatissimo, ma forse riduttivo, il premio per la migliore sceneggiatura andato a Martin McDonagh per il film THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI di cui è anche regista. Martin McDonagh (Regno Unito), dark comedy da Oscar con protagonista una straordinaria Frances McDormand con passo alla John Wayne.

Premio Speciale della Giuria va invece a SWEET COUNTRY, western aborigeno dell’australiano Warwick Thornton, mentre il Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente va al diciottenne Charlie Plummer che si misura in un viaggio di formazione al contrario. Infine il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima (Luigi De Laurentiis) va sempre a JUSQU’A’ LA GARDE di Legrand, una storia di affidamento che alla fine diventa horror.

Tra i grandi sconfitti di questa edizione sicuramente HUMAN FLOW di Ai Weiwei, a firma del noto artista e dissidente cinese, un documentario sull’immigrazione anche troppo in tema coi tempi. Sconfitto anche poi un divo come Matt Damon che era in due film, SUBURBICON e DOWNSIZING, e Paolo Virzi che con ELLA & JOHN aveva messo in campo due superstar come Donald Sutherland e Ellen Mirren, una coraggiosa apertura, la sua, al mercato internazionale che però ha avuto la sfortuna di essere proposta in una edizione ‘monstre’ di Venezia per qualità di film.

Francesco Gallo (Ansa)

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