Per la celebrazione del 71° anniversario della liberazione dell’Italia dal fascismo – dopo la deposizione di una corona di alloro all’Altare della Patria con il presidente del Senato, Pietro Grasso, e con il presidente del Consiglio Matteo Renzi – il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è volato a Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, tra le prime zone liberate dal nazifascismo già nel giugno del ’44. “E’ sempre tempo di Resistenza – ha detto Mattarella nel suo discorso – E’ tempo di Resistenza perché guerre e violenze crudeli si manifestano ai confini d’Europa, in Mediterraneo, in Medio Oriente. E, ovunque sia tempo di martirio, di tirannia, di tragedie umanitarie che accompagnano i conflitti, lì vanno affermati i valori della Resistenza. Non ci può essere pace soltanto per alcuni – ha proseguito – e miseria, fame, guerre, per altri: queste travolgerebbero anche la pace di chi pensa di averla conseguita per sempre. Settant’anni di pace ci sono stati consegnati dai nostri padri – dice -. A noi spetta il compito di continuare, di allargare il sentiero della concordia dentro l’Unione Europea e ovunque l’Europa può far sentire la sua voce e sviluppare la sua iniziativa”.
Ma la giornata è stata contrassegnata a Roma e soprattutto a Milano da alcune polemiche collegate al ruolo degli ebrei e alle persecuzioni di cui furono vittime durante il fascismo anche in Italia. A Roma la Brigata Ebraica ha annunciato di non partecipare al corteo, accusando l’Associazione nazionale partigiani (Anpi) di sfilare con “centri sociali anti-Israele”.
A Milano è accaduto il contrario: in via Palmieri, dove si trovano due lapidi dedicate a vittime del fascismo e dove si trova anche la sede cittadina di Forza Nuova, alcuni militanti di estrema destra hanno lanciato insulti all’indirizzo dei partecipanti al corteo. E momenti di tensione si sono avuti anche al passaggio della Brigata ebraica, all’interno del corteo del 25 aprile, in pizza San Babila, abituale luogo di ritrovo di associazione per la liberazione della Palestina. Grida di ‘fascisti’ e ‘fuori i sionisti dal corteo’ sono state lanciate da un centinaio di manifestanti appartenenti ad aree antisioniste e a movimenti per la liberazione della Palestina contro il gruppo che si trovava sotto le bandiere della Brigata Ebraica sia contro al passaggio dello spezzone del Partito Democratico. La risposta è venuta dal corteo con l’invito a studiare la storia’ e con canzoni partigiane intonate a gran voce.
A Torino invece sono apparse scritte contro lo sgombero dei rom e con la A di anarchia cerchiata in rosso sul monumento ai partigiani della Barca, dove ogni 25 aprile i partigiani della zona nord di Torino si ritrovano per celebrare la Liberazione.
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