Marroni,ad di Consip, ai giudici: “Tiziano Renzi e Verdini presentati come arbitri del mio destino professionale”

REDAZIONEL’Espresso – che sarà in edicola domenica 5 marzo in abbinata con la Repubblica nella nuova veste grafica – pubblica alcune significative indiscrezioni sull’inchiesta Consip proprio in riferimento al padre di Matteo Renzi, Tiziano, che venerdì 3 marzo dovrebbe essere interrogato in Procura a Roma.  In particolare  L’Espresso dà conto dell’interrogatorio (in qualità di persona informata sui fatti) dell’amministratore delegato del Consip, Luigi Marroni (foto), considerato un “renziano di ferro”, reso davanti ai pm della Procura di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano.

Le domande vertevano sull’appalto da 2 miliardi e 700 milioni del Consorzio che gestisce gli acquisti su scala nazionale della pubblica amministrazione, appalto che stava molto a cuore ad Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano arrestato mercoledì su ordine della Procura di Roma.

Marroni – scrivono i giornalisti dell’Espresso Emiliano Fittipaldi e Nello Trocchia –  “racconta di un vero e proprio «ricatto» subito da un sodale di Tiziano Renzi, l’imprenditore Carlo Russo. Riferisce di pressanti «richieste di intervento» sulle Commissioni di gara per favorire una specifica società; di «incontri» riservati con il papà di Renzi a Firenze; e di «aspettative ben precise» da parte di «Denis Verdini e Tiziano Renzi» in merito all’assegnazione di gare d’appalto indette dal Consip per un valore di centinaia di milioni di euro.

Leggendo carte e documenti dell’inchiesta L’Espresso afferma di essere in grado di fare nuova luce su uno scandalo politico che rischia di travolgere la famiglia dell’ex boy scout di Rignano sull’Arno e, forse, di condizionare le imminenti primarie del Partito democratico. L’ad di Consip, Marroni, ha infatti affermato, per esempio, che Carlo Russo, l’imprenditore indagato dalla Procura insieme a Tiziano Renzi per traffico di influenze illecite, in occasione di un incontro a due negli uffici romani del Consip gli avrebbe chiesto in modo pressante di favorire una società che sta a cuore a Denis Verdini, ricordando a Maroni che la sua promozione in Consip era avvenuta proprio grazie ai buoni uffici di Tiziano Renzi e di Verdini.

Di più: Russo avrebbe sottolineato a Marroni che Tiziano Renzi e Denis Verdini erano ancora «arbitri del suo destino professionale», potendo la coppia far «revocare» il suo incarico di amministratore delegato della stazione appaltante: una spa controllata al 100 per cento dal ministero dell’Economia.

I due giornalisti si chiedono: “Marroni si è inventato tutto o davvero Carlo Russo lo ha intimidito tirando in ballo il suo futuro lavorativo nel caso non avesse fatto quello che gli si chiedeva? Poteva davvero il babbo dell’allora presidente del Consiglio (insieme a un parlamentare di un partito associato alla maggioranza, Verdini) influire sulla nomina del numero uno dell’azienda pubblica Consip? Tiziano Renzi e Denis Verdini si muovono davvero da unico gruppo di pressione, come sembra emergere dalle dichiarazioni di Marroni?”

“È un fatto – affermano Fittipaldi e Trocchia – che lo scorso 20 dicembre Marroni abbia raccontato ai magistrati altri dettagli rilevanti, spiegando come nel marzo del 2016 Tiziano Renzi in persona gli chiese un incontro riservato, effettivamente avvenuto – a suo dire – in piazza Santo Spirito a Firenze. Il numero uno del Consip ammette con gli inquirenti che il papà dell’allora premier gli avrebbe chiesto in quel frangente di «accontentare» le richieste di Russo, perché persona di sua fiducia”.

Su queste dichiarazioni di Marroni ed altro sarà presumibilmente ascoltato Tiziano Renzi dai magistrati romani. Intanto il suo amico Verdini ha incassato oggi una condanna a 9 anni per il crac del Credito cooperativo fiorentino.

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