MAPPAMONDO/ Nel guazzabuglio mondiale provocato da Trump brilla l’attivismo di Di Maio 

di NUCCIO FAVA – Grottesco o velleitario che sia (o che venga considerato da alcuni), brilla l’attivismo, sia pur in ritardo, del nostro ministro degli Esteri. Corregge persino il presidente del Consiglio sulla questione libica, sempre più complicata specie dopo il coinvolgimento di soldati turchi. Certo non si può incolpare Di Maio del gesto criminale del presidente americano, causa diretta di questo inquietante caos su scala planetaria. Anche la Casa Bianca sembra rendersene conto , più attenta alle preoccupazioni dei vertici militari e dell’opinione pubblica dopo che a Trump sono stati ridotti i poteri in materia di uso della forza . Ma Trump, oltre che irresponsabilmente, si muove come un vecchio”volpone”. Promette che non vuole la guerra ma dice che se gli iraniani assumeranno azioni di vendetta e di rivincita la risposta Usa sarà immediata e terribile. E’in fondo la vecchia logica del bue che dice cornuto all’asino. Conseguenza di crescente tensione nelle aree già in fibrillazione ai confini dell’epicentro della crisi. A cominciare dalle conseguenze immaginabili dopo la strage per l’abbattimento dell’aereo ucraino attribuito ormai quasi sicuramente a responsabilità o errore dell’Iran.

Tuttavia si tende a minimizzare le reazioni un po’ da parte di tutti. Sono del resto tragedie che si ripetono, come accadde per la strage di Ustica, per la quale da Cossiga in giù non si riuscì mai a sapere qualcosa di chiaro e definitivo. Né sappiamo qualcosa di chiaro sul nostro atteggiamento nei confronti della Libia attuale. Di Maio ne ha parlato a lungo col presidente del Consiglio, che ha difeso a spada tratta dopo l’equivoco (poi ricomposto) non solo protocollare con al Sarraj irritato per la scelta del governo italiano di dare uguale rilievo al generale della Cirenaica appoggiato dalla Francia e al tempo stesso al presidente di Tripoli riconosciuto dalla comunità internazionale e fresco di accordo politico e militare con il sultano turco. Poi ieri è stato ricomposto con il capo del governo di Tripoli il pasticcio avvenuto mentre l’Europa è alle prese tra l’altro con l’enorme questione dei migranti che potrebbero essere trattati come esca o carta di ricatto.

Commenta per primo

Lascia un commento