L’HUMUS IN FABULA/ Il ritorno della plebe e il silenzio degli intellettuali

di SERGIO SIMEONE – Raffaele La Capria ci spiega, nel libro “l’Armonia perduta”, che l’abbattimento della Repubblica partenopea nel 1799 non portò solo all’annientamento di un intero ceto sociale, l’alta borghesia, che era stata conquistata dalle idee dell’illuminismo. Questo annientamento avvenne in forme così atroci ad opera della plebe, aizzata dal cardinale Ruffo di Calabria e guidata dai lazzari, che quello che rimase della borghesia, terrorizzata, rinunciò completamente a proporsi come guida della società. Anzi i suoi intellettuali si misero a blandire la plebe elevando i suoi costumi a folklore.

Già, dirà qualcuno, si tratta di storia passata. Poi è venuta la rivoluzione industriale, e poi la crescita del terziario; infine siamo entrati nell’era dell’informatica. E si sa che quando avanzano la scienza e la tecnica la società progredisce in tutti i suoi aspetti.
Si sa un corno, diceva Pasolini: ci può essere sviluppo senza progresso.
Ed aveva ragione: la plebe è tornata. Naturalmente è tornata in forme nuove, proprio sfruttando quelle moderne tecnologie che secondo alcuni avrebbero dovuto portare all’avanzamento del progresso. Si è insediata nel web, si nutre di fake news ed esprime la sua ferocia aggredendo con insulti scurrili tutto ciò che può apparire pulito, civile e nobile, per trascinarlo nel fango in cui vive.
Sono tornati i lazzari, che praticano la coprolalia, nella convinzione che l’abuso della parolaccia possa garantirne la vicinanza al “popolo”, di cui vogliono diventare la guida. Ed è tornata l’afasia degli intellettuali e degli artisti, basiti dalla paura di diventare oggetto di dileggio della nuova plebe.
E così, in questa drammatica fase storica per le sorti del vivere civile, nella quale può essere decisivo il ruolo di chi può e deve orientare una opinione pubblica disinformata e disorientata, loro tacciono.
Ma loro  non hanno scusanti, come gli illuministi napoletani. Quelli  tacevano o perchè erano stati massacrati o perchè rischiavano la forca o  il linciaggio. Quelli di oggi rischiano al massimo qualche volgare sberleffo da parte dei soliti idioti. Ma si facciano coraggio: qualche pernacchia non ha mai ammazzato nessuno.

Commenta per primo

Lascia un commento