Levata di scudi contro il minacciato decreto del ministro Calenda di collocare nel mare della Basilicata il deposito di scorie nucleari

L’agonizzante governo Gentiloni e il suo ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda (una sorta di guappo di cartone da cinema del dopoguerra, neo iscritto al Pd ma già aspirante a successore o scudiero di Matteo Renzi), in attesa di sfratto da Palazzo Chigi,  hanno intenzione di decidere per decreto dove sarà collocato il deposito delle scorie nucleari  di superficie. E hanno scelto il mare antistante la costa ionica della Basilicata. Di fronte all’assurdità di questa scelta e della procedura per imporla insorge persino il presidente filo-renziano della Regione, Marcello Pittella, fratello del capogruppo nel parlamento europeo del centrosinistra, Gianni Pittella, fattosi eleggere (in Campania) anche nel parlamento nazionale nelle file del Pd.

“Comunico sin d’ora – ha affermato Pittella – la netta e non negoziabile contrarietà della Regione qualora dovesse essere la Basilicata individuata tra i possibili siti, come già avvenuto in passato. Saremo pronti in quel caso ad una seconda Scanzano“.  Ricordiamo che nel 2003 Scanzano Jonico (in provincia di Matera) fu designata dal governo,  nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito nucleare di superficie, per ospitare il sito unico, ma, dopo una protesta popolare di oltre due settimane (foto), il decreto fu ritirato.
“Mi rivolgo – conclude il governatore della Basilicata – a chi ha vinto le elezioni e sarà chiamato a governare il Paese, affinché prenda atto della assoluta indisponibilità della terra lucana ad essere sito nazionale di deposito delle scorie”.

Calenda aveva fatto sapere che conta di pubblicare entro questa o la prossima settimana il decreto: ‘Il documento ci sta arrivando. L’Ispra ha fatto delle correzioni  e le ha rimandate al ministero dell’Ambiente, che ora deve rimandarla a noi. Appena lo farà, faremo il decreto ministeriale Ambiente-Sviluppo. Conto di farlo tra questa e la prossima settimana’.

La Carta in questione è stata predisposta dalla Sogin, la società incaricata della dismissione degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. La Sogin, ha spiegato l’Ispra sul suo sito il 5 marzo scorso, ha fatto alcune alcune modifiche alla sua proposta di Cnapi del 2015, a causa di aggiornamenti ai database usati per l’elaborazione. Queste modifiche hanno reso necessario un nuovo controllo da parte dell’Ispra. L’Istituto, dopo aver verificato e validato i risultati cartografici, ha trasmesso ai ministeri la nuova bozza della mappa delle aree idonee per il deposito di scorie nucleari, “senza formulare rilievi”. La relazione dell’Ispra è top secret, così come la proposta di mappa dei siti idonei, fino alla pubblicazione. Questa avverrà dopo il rilascio del “nulla osta” da parte dei due ministeri.

Ma una dura presa di posizione arriva anche da Liberi e Uguali per bocca della senatrice De Petris. Che afferma: “È inconcepibile che un governo in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, che non esprime alcuna maggioranza parlamentare, si arroghi il diritto di indicare per decreto le aree nelle quali dovrebbero essere depositate le scorie nucleari. Pd e governo continuano a mostrare la stessa arroganza del potere che ha funestato l’ultima legislatura. Ma una questione come quella delle scorie nucleari è troppo importante per la vita e la salute delle persone per poter essere affidata a un governo privo di ogni legittimità in materia”.

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