“Feste dell’Unità”, lo squallido imbroglio del PDR

di ENNIO SIMEONE – Una  cosa che solo il PDR (Partito di Renzi) poteva inventare. Se ne è accorta finalmente persino la Federazione della Stampa. Che in un comunicato lamenta: “Il Pd continua a celebrare le Feste dell’Unità in tutta Italia, a cominciare da Firenze, con la partecipazione del segretario nazionale Matteo Renzi, nonostante il giornale non sia più in edicola. Si tratta – scrivono in un documento congiunto il sindacato nazionale dei giornalisti e l’Associazione Stampa Toscana – di una decisione discutibile e inopportuna, se non di un tentativo di rimuovere il triste epilogo del giornale fondato da Antonio Gramsci e il dramma umano e professionale dei giornalisti che hanno perso il posto di lavoro, senza che il partito si sia mai fatto carico con convinzione del destino dei lavoratori e del futuro della testata».

Sdegno, protesta? Per carità: un contorto giro di parole per una fuga per la tangente: “Le feste di partito – conclude il singolare comunicato del sindacato dei giornalisti – sono sempre importanti occasioni di dibattito, ma che il Pd continui ad organizzare le Feste dell’Unità rappresenta una finzione, che la dice lunga su quanto le tematiche dell’occupazione, della lotta al precariato e della libertà e della qualità dell’informazione siano centrali nel dibattito e nell’agenda politica».

Ma quale finzione? Quale agenda politica? Qui siamo in presenza di una sfacciata presa in giro del segretario del Pd, impenitente aspirante al ritorno a Palazzo Chigi, contornato da una corte di signorsì tenuti in ostaggio con la promessa o la speranza di una candidatura o una ricandidatura a qualche ruolo nella “agenda politica”. Un personaggio senza pudore nel raccontare frottole e nel dispensare promesse. Che con la storia dell’Unità non ha nulla a che vedere: ha usato il giornale per veicolare come un bollettino personale i suoi messaggi di propaganda, contribuendo così ad affossarlo, e poi lo ha chiuso. Ma, non contento, continua ad usarlo come  marchio di garanzia per raccogliere partecipanti in cerca di qualunque pretesto pur di apparire su un palco davanti a un microfono.

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