LA STECCA DI BROCCHI/ Il Milan torna al passato e non va oltre uno squallido 0-0 contro il Carpi al Meazza. Punto prezioso in chiave salvezza per gli emiliani

balodi Fabio Camillacci/

Milan-Carpi, posticipo del turno infrasettimanale di campionato valido per la 34° giornata di Serie A, alla vigilia era una grande occasione per tutti. Ai rossoneri veniva offerto di allungare ulteriormente sul Sassuolo settimo in classifica, per conservare il sesto posto che potrebbe significare Europa League; dipenderà da una serie di incastri con l’esito della finale di Coppa Italia Milan-Juventus. Fermo restando che il “Diavolo” ha anche la strada della Coppa Nazionale per volare in Europa. Ma, allo stesso tempo, per il Milan era anche l’occasione per accorciare sul quinto posto occupato dalla Fiorentina. Il Carpi dal canto suo, alla luce dei risultati di mercoledi, aveva la ghiottissima occasione di lasciarsi a distanza di sicurezza Frosinone e Palermo. Alla fine non l’ha spuntata nessuno: 0-0. Ma tutto sommato è un punto che, a quattro giornate dalla fine, fa comodo soprattutto al Carpi in chiave salvezza. Adesso infatti gli emiliani hanno due punti di vantaggio sul Frosinone terz’ultimo e tre sul Palermo penultimo.

Brocchi, prima stecca. Rispetto alla partita con la Samp c’è stato un evidente passo indietro da parte della squadra milanista. Non a caso al fischio finale sono partite bordate di fischi da parte dei tifosi rossoneri delusi; la Sud peraltro invitava nuovamente i giocatori a tirare fuori gli attributi. Un film già visto: con Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic in panchina. Ora la storia si ripete con l’acerbo Brocchi; a San Siro, dunque, pessimo esordio da allenatore per lui. Il tecnico rossonero arrivava dalle buone sensazioni regalate dalla vittoria sulla Samp in quel di Marassi domenica scorsa, dove, oltre ai tre punti, la squadra aveva ritrovato maggiore intensità e un Balotelli decisamente utile alla causa. Il Carpi, compagine ostica e organizzata, aveva però l’obbligo, in chiave salvezza, di dare continuità alla confortante vittoria sul Genoa centrata nel turno precedente. Brocchi ha riproposto il modulo che piace tanto a Berlusconi, il 4-3-1-2 di Genova, cambiando due attori: a sorpresa dentro Boateng (non al meglio della condizione fisica) sulla trequarti, con Bonaventura arretrato mezzala sinistra, e dentro anche Poli a completare con Montolivo una mediana orfana dello squalificato Kucka e dell’infortunato Bertolacci. Mentre, Castori, privo di Gagliolo (squalificato), ha optato per il ritorno al 3-5-1-1 (in realtà un 5-3-1-1), con l’attacco affidato a Mbakogu supportato da De Guzman.

Tanta noia. Il prodotto finale è stato un primo tempo di rara bruttezza, che ha cancellato le bollicine del Ferraris e fatto ripiombare i tifosi milanisti nella mediocrità a cui sono ormai tristemente abituati. Anche perché il Carpi, ha rinunciato a priori alla fase offensiva accontentandosi di controllare con sufficiente attenzione il possesso palla avversario. Cosa non eccessivamente complicata, dal momento che i rossoneri riuscivano a tenere un giro palla non troppo lento, ma non hanno quasi mai trovato qualcuno in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Un dato basta per capire tutto, ed è quello dei tiri in porta: uno soltanto, per di più non irresistibile, di Boateng. Brocchi si attendeva dal “Boa” uno spunto, un’invenzione, ma è rimasto deluso. La sensazione è stata che il “signor Melissa Satta”, invece di dare tutto quello che aveva e cedere poi il posto a un compagno, abbia provato ad amministrarsi per durare di più. Pessima scelta. Brocchi di certo non potrà lamentarsi del possesso palla, che di certo non è mancato. Un possesso di palla sterile. Questa partita è l’ennesima conferma che tenere il pallone fra i piedi senza poi avere lo spunto sulla trequarti, serve a poco. Spesso a nulla. Sul taccuino dei primi 45 minuti restano infatti pochissimi appunti: un paio di guizzi innescati da Abate e poi murati dalla difesa emiliana, un esterno destro di Bacca alto di poco al termine di una bella trama con Boateng e Poli, e un colpo di testa di Alex potente ma abbondantemente oltre la traversa su angolo di Balotelli. Già, e Mario da tempo non più Super? E’ stato fra quelli che si è sbattuto di più, non c’è dubbio (nella foto Ap-Gazzetta.it: la delusione di Balo). Ma nemmeno lui è riuscito a fare la differenza. Inoltre si è preso anche un giallo per gioco pericoloso su Belec: salterà la trasferta di Verona di lunedì prossimo.

Fischi al 45′ e al 90′. Il primo tempo si è chiuso coi fischi di San Siro, i primi per Brocchi. E la ripresa è iniziata più o meno nella stessa maniera. Fischi per Boateng quando è stato rilevato da Mauri, pubblico spazientito per ogni giocata sbagliata. Senza contare che il Carpi, visto l’andazzo, ha iniziato a mettere la testa fuori dal guscio, alleggerendo un po’ la pressione e cercando di armare Mbakogu. Brocchi ha provato a cambiare, togliendo oltre Boateng anche Bacca (che è uscito polemizzando con l’allenatore) per Menez, ma senza esito. L’unica cosa su cui può davvero recriminare il Milan è un braccio di Suagher in area a sei minuti dal novantesimo, a cui peraltro ha fatto seguito una super parata di del giovanissimo portiere Donnarumma su Crimi. A referto va anche l’esordio in A di un altro baby del vivaio milanista: Locatelli, un vero “talentino”. Forse l’unica nota lieta della serata per il Milan di Brocchi.

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