La sindaca di Roma presenta il bilancio di previsione 2018-2020: segnerà la fine di “scroccopoli”

“Con questo Bilancio c’è la completa fine di scroccopoli“. Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi presentando il bilancio di previsione 2018-2020 in Campidoglio. “Anche quest’anno chiuderemo nei termini di legge, possiamo dire che la stagione iniziata l’anno scorso con regolarità sul bilancio e sui tempi è ormai avviata – ha aggiunto – questo ci consente di lavorare in maniera corretta”.

“Per quanto riguarda gli investimenti, soprattutto sugli ultimi – ha spiegato – ai municipi vanno 36 milioni in più sul sociale, 30 milioni in più sulla manutenzione delle strade e le scuole. Altri 28 milioni vengono stanziati sulla grande viabilità e 65 milioni per contrastare dissesto idrogeologico e sulle fognature”.

Continuiamo a insistere con il governo per avere risorse speciali per la Capitale – ha aggiunto la sindaca – dove 3 milioni di persone pagano servizi per 4,5 milioni di persone che vivono la città. E’ fondamentale che sia riconosciuto lo status di Capitale non solo sulla carta”.

Il Piano degli investimenti 2018-2020 previsto nel progetto di bilancio di previsione approvato dalla giunta e illustrato in una conferenza stampa dalla sindaca Raggi e dall’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti (foto) stanzia circa 557 milioni di euro per la realizzazione di opere pubbliche nell’intero triennio. Trasporti (tra gli interventi la metro C e la funivia Casalotti) e manutenzione urbana sono tra le voci più consistenti.

Il progetto di bilancio di previsione del Campidoglio registra nel 2018 entrate correnti per 4.612.630.060,78 di euro, in calo di circa 27 milioni rispetto al previsionale 2017. Tale differenza è da imputare sostanzialmente ai minori trasferimenti statali e regionali (-8,4 milioni) e al lavoro di pulizia sulle sanzioni, in particolare derivanti da infrazioni al codice della strada: lo smaltimento dell’accertamento dei verbali arretrati per gli anni 2015 e 2016 ha prodotto oltre 62 milioni di euro di minori entrate.

La mancanza di risorse viene compensata in parte da un aumento di altre entrate (in particolare fondi perequativi e introiti da gestione dei beni) per circa 44 milioni di euro; in parte dai risparmi effettuati. Tra questi ultimi, 5 milioni in meno di interessi passivi (riduzione dovuta alla rinegoziazione dei mutui) e 29 milioni di minori spese. In questo modo si riesce a garantire per il 2018 un aumento di spesa corrente di circa 9,5 milioni di euro rispetto al previsionale 2017.

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