JUVE, TERREMOTO ANNUNCIATO/ Le indagini con l’accusa di falso in bilancio portano alle dimissioni di Andrea Agnelli e di tutto il Consiglio di Amministrazione. Il club torna nelle mani degli Elkann

di FABIO CAMILLACCI/ La notizia giunta nella serata di lunedi 28 novembre, ha del clamoroso; anche se per i soliti ben informati era nell’aria, soprattutto alla luce delle indagini sul bilancio della Juventus scattate con l’inchiesta sulle plusvalenze. Sta di fatto che il Consiglio di amministrazione bianconero si è dimesso in blocco. In un Consiglio straordinario andato in scena alla Continassa, dimissioni a raffica: il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene e i membri Laurence Debroux, Massimo Della Ragione, Katryn Fink, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio, Giorgio Tacchia e Suzanne Keywood.

I motivi delle clamorose dimissioni in blocco. Il coinvolgimento dello stesso Cda della Vecchia Signora nell’indagine Prisma, aperta dalla Procura di Torino con l’accusa di falso in bilancio. A questo bisogna aggiungere le ultime contestazioni della Consob, organismo di controllo della Borsa in cui la Juve è quotata, che hanno spinto a rivedere il progetto di bilancio da approvare e, di conseguenza, far slittare per ben due volte l’assemblea degli azionisti; convocata nuovamente per il 27 dicembre. Nella stessa seduta del Consiglio d’amministrazione, a Maurizio Scanavino è stato dato l’incarico di direttore generale.

La fine di un’epoca vincente, ma dal 2018 anche piena di errori. Le gioie: dall’insediamento di Andrea Agnelli alla presidenza del club, era il 19 maggio 2010, trionfi e record tra cui 9 scudetti di fila. A questi vanno aggiunte 4 Coppe Italia e 5 Supercoppe italiane. In Europa Madama è rimasta a secco ma ha comunque centrato due finali di Champions League, nel 2015 e nel 2017, perse contro Barcellona e Real Madrid. In totale, 18 titoli in bacheca: uno straordinario bottino. E poi la costruzione dell’Allianz Stadium che portò ossigeno puro alle casse del club.

L’errore capitale: ingaggiare Cristiano Ronaldo. L’ossessione per la Champions ha spinto Agnelli e compagni a commettere l’errore fatale che ha mandato in crisi il bilancio: prendere CR7. Non tanto per i 100 milioni versati al Real Madrid, quanto per l’ingaggio annuale del portoghese. Un vero e proprio bagno di sangue. Il tutto condito da una miriade di errori tecnici: via Allegri, dentro Sarri, via Sarri, spazio a Pirlo, via Pirlo, torna Allegri. Un disastro tecnico fatto di campagne acquisti-cessioni sbagliate. Tanti soldi buttati alle ortiche. Senza dimenticare l’adesione alla tanto contestata Super Lega europea e lo scandalo Suarez con il finto esame di italiano per l’uruguaiano che alla fine non venne ingaggiato dalla Juve. Insomma, troppe figuracce nazionali e internazionali: il redde rationem era inevitabile.

La lettera di Andrea Agnelli a tutti i dipendenti della Juventus. Una lettera in cui l’ex presidente rivendica i tanti risultati straordinari raggiunti che abbiamo sopraelencato. Per poi osservare: “Stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita”. Adesso gli Elkann torneranno padroni del club in toto e provvederanno a mettere i loro uomini ai posti di comando. Tutto ciò in attesa di capire cosa accadrà a livello di giustizia: ordinaria e sportiva.

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