ITALIA, C.T. NUOVO/ Comincia l’era Ventura: il commissario tecnico punterà sugli esterni d’attacco. In pole: Insigne, Berardi, El Shaarawy e Bonaventura

FLORENCE, ITALY - JULY 19: The new Italy head coach Giampiero Ventura attends the Italy National team sponsor meeting at Coverciano on July 19, 2016 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Nazionale, il dopo Conte è ufficialmente cominciato: prima conferenza da c.t. azzurro per Giampiero Ventura. Il nuovo commissario tecnico dell’Italia ha esordito dicendo: “Il calcio va ad annate: un tempo in Italia nascevano tanti difensori, poi attaccanti, questo è il periodo degli esterni, da Berardi a El Shaarawy e Bonaventura, quanti ne vogliamo. Il problema è che il 3-5-2 li penalizza ed è un peccato non sfruttare questa qualità, perché alcuni di questi giocatori hanno qualità”. L’ex allenatore del Torino nella sua conferenza stampa di presentazione regala dunque un ottimo spunto di riflessione.

Rivoluzione Ventura. Un’altra Italia sarà possibile se e solo se quei ragazzi che corrono sulle fasce e saltano l’uomo non saranno più soltanto buoni giocatori, promesse o progetti di campioni, ma diventeranno tra i più forti al mondo nel loro ruolo come lo sono adesso i tre difensori centrali e il portiere, la BBC di Barzagli, Bonucci e Chiellini, più Buffon. Conte ha scelto il 3-5-2 non tanto perché era lo stesso modulo che usava lui alla Juve, ma al massimo perché era lo stesso sul quale ha virato anche Allegri nella stagione che ha portato all’Europeo. Perché c’erano quei tre e il loro “santo protettore” tra i pali, ed è su di loro, soprattutto dopo aver perso Marchisio e Verratti, che bisognava fare affidamento. Ma chi sono questi esterni di cui parla Ventura e vale davvero la pena cambiare gradualmente l’Italia come ha promesso il nuovo c.t. per far spazio al loro talento? Probabilmente sì, se si vuole fare un passo avanti e si tiene conto della storia del commissario tecnico, da lui stesso ricordata: zero titoli, ma tanti giocatori cresciuti grazie a lui.

Talenti azzurri. Candreva è il più “vecchio” del gruppo, ma in Russia avrà “solo” 31 anni, troppo pochi per la pensione, magari non ha il dribbling di Garrincha, ma tra tiri, cross e corsa l’efficacia non gli manca, El Shaarawy, nel 4-2-3-1 di Spalletti, è tornato calciatore vero, meno dirompente di quello del secondo anno al Milan, ma più abile nella partecipazione al gioco corale e nei tagli. Insigne è l’esterno ideale di un 4-3-3 se riesce a sfruttare le triangolazioni con la mezzala sinistra e il centravanti, da seconda punta ha già dimostrato che rende meno, in un 4-2-3-1 fa fatica perché costretto a rientrare troppo spesso. Bernardeschi è stato anche “terzino” alla Fiorentina nel 3-5-2, ha imparato a sacrificarsi e forse ha perso un po’ di fantasia nel fare su e giù sulla fascia destra, ma magari riuscirà a ritrovarla.

Il futuro. Ventura poi ha citato altri due giocatori che all’Europeo non sono andati: Berardi ha appena 21 anni, ha sempre giocato solo nel 4-3-3 e ha preferito restare al Sassuolo, e di sicuro ne guadagnerà in presenze, non in esperienza internazionale, dovrà migliorare nella capacità di incidere più a fondo e con maggiore continuità, mettendosi alle spalle i “colpi di testa”. Bonaventura non è più così giovane e non difetta certo in personalità tanto che Montella potrebbe trasformarlo in mezzala al Milan per averlo di più nel vivo del gioco, anche perché da esterno fa meglio nel 4-4-2 che nel 4-3-3. Da oggi pertanto tocca a mister Ventura, scegliere il modulo giusto per valorizzare i giocatori migliori, e ridare all’Italia la qualità perduta.

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