E’ indagato per omicidio colposo il dipendente amministrativo dell’Università di Catania che ha dimenticato nell’auto parcheggiata nei pressi del luogo di lavoro il figlio di due anni che invece avrebbe dovuto accompagnare all’asilo. E’ un atto dovuto quello della Procura anche se ci si trova di fronte alla disperazione di un padre colto da una forma di amnesia che ha fatto registrare altri episodi simili (uno anche a Catania 21 anni fa). Il bambino è morto ieri mattina dopo essere stato per oltre cinque ore nell’auto esposta al sole. E’ stata la moglie a chiamarlo, dopo essere andata all’asilo per prelevare il figlioletto senza trovarvelo. Il padre ha intuito ciò che gli era accaduto e si è precipitato col bambino al Policlinico, dove i medici no hanno potuto fare altro che constatane la morte. “E’ un uomo disperato, distrutto, che piange continuamente e non riesce a spiegare l’accaduto”, riferisce un investigatore sul padre del bimbo.
Identiche le modalità della fatale distrazione che 21 anni fa aveva avuto come protagonista un tecnico della Sgs Thompson, una fabbrica di microelettronica che aveva lo stabilimento nella zona industriale di Catania. L’uomo era precipitato nell’infermo della disperazione nell’afoso pomeriggio del 3 luglio 1998. Catania era stretta da un caldo asfissiante. La temperatura aveva superato i 40 gradi. L’uomo era uscito con la sua Fiat Punto per accompagnare in asilo il figlio di 20 mesi, seduto nel seggiolino, prima di presentarsi negli uffici della Sgs Thompson. Era un percorso sempre uguale che seguiva ogni giorno quasi a memoria. Ma quella mattina, invece di passare dall’asilo, che non era lontano da casa, aveva puntato direttamente verso il suo posto di lavoro. Arrivato con un insolito anticipo sul parcheggio dell’azienda, aveva chiuso a chiave l’auto ed era salito in ufficio. La temperatura all’interno dell’abitacolo era rapidamente salita e il piccolo non aveva avuto scampo.
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