Il sindaco di Parma, Pizzarotti, lascia il M5s: “Non è più quello che conoscevo”. Accuse al “direttorio”. Il congedo di Grillo

Pizzarotti_Stfeano_microfoni_FgAddio del sindaco di Parma,  Federico Pizzarotti,  al Movimento Cinque stelle. Lo ha annunciato in una conferenza stampa, presenti anche diversi assessori e consiglieri comunali pentastellati .”Senza Beppe Grillo non sarei mai arrivato qui, non mi sarei mai alzato dal divano. Però sono sempre stato una persona libera, ma questo non è più il Movimento che conoscevo e da uomo libero io non posso che uscire da questo movimento”.”Quando il Movimento è nato eravamo persone libere – ha aggiunto Pizzarotti – critiche, volevamo far entrare le telecamere all’interno dei consigli comunali. Adesso siamo quelli dei direttorii, nominati, perché nessuno ha avuto la possibilità di candidarsi o di intervenire sulle scelte”, direttorii i cui componenti sono stati “ratificati dalla rete con il messaggio questi sono i più belli, come facciamo a non votarli?. Volevamo aprire le stanze e invece le abbiamo chiuse. In tante parti d’Italia – ha detto il sindaco di Parma lanciando una dura stoccata ai personaggi più in vista dei Cinquestelle – siamo stati consumati da arrivisti ignoranti che non sanno che cosa vuol dire amministrare: vogliamo governare e poi non si dialoga con nessuno. Questo non vuol dire governare”.

Poi, riferendosi alla sua posizione –  da militante sospeso per non aver reso noto di essere indagato (e poi pienamente assolto) per un reato inesistente – Pizzarotti ha detto che “è  evidente che non si sia voluta ricomporre una situazione che poteva essere ricomposta: a me è stato vietato di sedere intorno a un tavolo, parlare per trovare soluzioni. Non dovete chiedere a me perché non è stato fatto”, continua. “Da quando il procedimento è stato archiviato nessuno ancora mi ha chiamato. Oggi siamo al 144°  giorno dalla sospensione illegittima, che non è prevista dai regolamenti e io non ho sentito nessuno”.

“In questi giorni – ha sottolineato il sindaco di Parma – si sta discutendo una nuova revisione del regolamento interno, che non si sa chi lo abbia proposto, né chi lo abbia scritto, né come si possa modificare. Una volta discutevamo in rete come elaborare le proposte tutti insieme, oggi si richiedono 3.000 firme cartacee degli iscritti. Ma quali sono gli iscritti?”.

“Come nella più triste tradizione italiana, il regolamento prevede una norma ad personam, visto che sono l’unico sospeso del Movimento in Italia. E perché, mi chiedo, si prevede una sospensione da 12 a 24 mesi? Cosa significa – ha domandato ancora Pizzarottii – che dopo i lavori forzati uno si è ravveduto ed è tornato sulla retta via?”.

Lo strappo avviene con l’appoggio del gruppo che forma la maggioranza in municipio a Parma.Ma i consiglieri non sembrano per ora disposti a cambiare nome al gruppo, ovvero, nonostante l’addio a Grillo, vogliono continuare a chiamarsi ‘Movimento 5 Stelle’. Una mossa anche in risposta al gruppo, oggi di opposizione, formato dai dissidenti Nuzzo e Savani che, contro il sindaco, si erano staccati dalla maggioranza formando il gruppo ‘Movimento 5 Stelle Parma’.

Insomma il caos regnerà sovrano a Parma e sembra ormai chiaro che, al di là della mossa di Pizzarotti, servirà comunque un intervento della dirigenza nazionale a 5 Stelle per sbrogliare la matassa di chi può, davvero, utilizzare il simbolo del movimento. L’ultima mossa di Pizzarotti per imbrigliare ancora di più Beppe Grillo.

Comunque il clamoroso gesto di Pizzarotti, primo sindaco grillino di una grande città, avrà inevitabilmente pesanti ripercussioni sulle sorti del M5s e, di conseguenza, sul quadro politico italiano e persino sull’esito del referendum costituzionale.

Messaggio di Grillo. In serata Grillo (che ha  incontrato, con Casaleggio jr, i senatori del M5s nell’Hotel dei Fori a Roma) ha mandato un messaggio (per la verità piuttosto criptico) al  sindaco di Parma: “Pizzarotti è uscito da M5s. Sono contento e specialmente per lui. Spero che si goda i suoi 15 minuti di celebrità. E terminati quelli, spero renda pubblici il prima possibile i documenti che gli sono stati richiesti il sei giugno e che non ha ancora fornito“. Il titolo  è “Arrivederci Pizza, ciao”.

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