Il parlamento europeo: garantire i diritti delle famiglie gay

Il Parlamento europeo chiede ai paesi e alle istituzioni Ue di tenere conto dell’evoluzione del concetto di famiglia per estendere le norme e le tutele anche a quelle gay o monoparentali. Come si legge nel testo di una raccomandazione sulla parità di genere, approvata oggi a maggioranza, gli eurodeputati raccomandano, “dal momento che la composizione e la definizione delle famiglie si evolve nel tempo, che le normative in ambito familiare e lavorativo siano rese più complete per quanto concerne le famiglie monoparentali e genitorialità LGTB”.

Già tre mesi fa, alla sessione plenaria di marzo, lo stesso Parlamento di Strasburgo aveva votato una relazione in cui si prendeva atto “della legalizzazione del matrimonio e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in un numero crescente di paesi nel mondo, attualmente 17” incoraggiando “le istituzioni e gli Stati membri dell’Ue a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili”.

Non è quindi la prima volta che gli eurodeputati votano un testo in cui si chiedono maggiori diritti per le coppie dello stesso genere. In quello di oggi, una risoluzione non vincolante approvata con 341 voti a favore, 281 contrari e 81 astensioni, focalizzata sulla parità di genere e la lotta contro la violenza alle donne, si chiede più in generale di mettere in campo azioni specifiche per rafforzare i diritti delle donne disabili, migranti, appartenenti a minoranze etniche, delle donne Rom, delle anziane, delle madri sole e delle persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender).

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