Il Papa apre nella Repubblica Centrafricana la Porta Santa del Giubileo

Apertura porta santaPapa Francesco apre oggi  a Bangui, capitale della tormentata Repubblica Centrafricana, la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia, affrontando i rischi che possono derivare dalla guerra civile che sta martoriando questo paese considerato il più povero della Terra e sfidando l’opera di dissuasione arrivata anche dai servizi segreti francesi.  Il Pontefice è arrivato alle 10 (ora italiana) dall’Uganda, penultima tappa del suo viaggio in Africa iniziato il 25 novembre.

La Repubblica Centrafrica è insanguinato da tre anni da una guerra civile a sfondo interreligioso, tra musulmani e cristiani. Francesco – che ha voluto mantenere questa terza tappa dopo Kenya e Uganda nonostante le perplessità dei servizi segreti internazionali – ha voluto lanciare proprio dal Paese un messaggio di pace e riconciliazione.
All’aeroporto, il Pontefice è stato accolto dalle autorità religiose cattoliche e da Catherine Samba-Panza, la presidente ad interim, con cui ha avuto un incontro nella sua residenza, alla presenza di altri uomini politici locali e rappresentanti diplomatici, per informarsi della situazione nel Paese.

“Vengo nella Repubblica Centrafricana come pellegrino di pace e mi presento come apostolo di speranza”, ha scritto Francesco in un tweet.

Il Papa si fermerà in Repubblica Centrafricana fino a domani. Ingenti le misure di sicurezza messe i campo dalle forze della missione Onu (Minusca), francese (Sangaris) e dalla polizia locale. Intanto ha visitato un campo profughi vicino la capitale e poi, alle 17, la Santa Messa con la comunità cattolica nella cattedrale di Bangui, accompagnata dall’apertura della Porta Santa. Subito dopo la confessione di alcun giovani e la veglia di preghiera sulla spianata dinanzi alla cattedrale.

 Le prime parole di Papa Francesco nel lettere piede all’aeroporto di Bangui sono state: “Lieto di essere qui in mezzo a voi mentre la Repubblica Centrafricana s’incammina gradualmente, nonostante le difficoltà, verso la normalizzazione della sua vita socio-politica, io metto piede per la prima volta in questa terra, dopo il mio predecessore san Giovanni Paolo II”. “Vengo – ha aggiunto il Papa – come pellegrino di pace, e mi presento come apostolo di speranza. Ecco perché – ha spiegato – sono contento di elogiare gli sforzi compiuti dalle varie Autorità nazionali e internazionali, a partire dalla ignora capo di Stato della Transizione, nel guidare il Paese in questa fase”.
E fin dal primo discorso a Bangui, pronunciato nella residenza del capo provvisorio dello Stato, la signora Catherine Samba-Panza, e rivolto alle autorità locali e al corpo diplomatico, Bergoglio ha formulato un “fervido auspicio: che le diverse consultazioni nazionali che si terranno tra poche settimane possano consentire al paese di intraprendere serenamente una nuova fase della sua storia”. Bergoglio ha anche espresso la sua “gioia di visitare questo bellissimo Paese, situato nel cuore dell’Africa, patria di un popolo profondamente religioso, con un ricco patrimonio naturale e culturale”. “Vedo in esso – ha detto – un Paese ricolmo dei benefici di Dio! Possa il popolo centrafricano, come anche i suoi dirigenti e tutti i suoi partner, apprezzare il vero valore di questi benefici, lavorando incessantemente per l’unita’, la dignita’ umana e la pace fondata sulla giustizia! Dio vi benedica tutti! Grazie!”.

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