Il “falegname” Di Battista riappare per ispirare Di Maio: dopo i “gilet gialli” è la volta del Mes

E’ riapparso sul teatrino politico italiano Alessandro Di Battista, la cui ultima professione – come rivelò lui stesso in una intervista televisiva – è quella di apprendista falegname, praticata in un laboratorio artigiano di Viterbo in preparazione spirituale (?) di un viaggio in India alla ricerca di ispirazione per dei réportage che però non hanno lasciato alcuna traccia tangibile.

Di Battista riappare in genere quando si tratta di dare una spinta a Di Maio per fargli fare qualche scivolone, benché non ve ne sia bisogno perché il capo dei Conquestelle, in questo, è bravo di suo. La penultima volta accadde quando lo convinse a fare con lui una spedizione automobilistica in Francia per una prova di alleanza con il più esagitato dei “gilet gialli”, rivelatosi poi un fanfarone: un titolo di merito che lo ha portato a guadagnare la nomina a ministro degli Esteri.  

Ora il prode Alessandro ha benedetto i penosi cavilli di Di Maio sul MES (“da solo no, in pacchetto sì”), sottolineato con lo sguardo beota esibito nell’aula di Montecitorio mentre Conte pazientemente spiegava come la materia fosse stata affrontata ripetutamente dal governo giallo-verde, di cui lui e Salvini erano vicepresidenti.

Ora l’apprendista carpentiere ha sentenziato: “Concordo con Luigi. Il Mes così non conviene all’Italia. Punto!”.  E Giggino ‘e Pomigliano ride compiaciuto, mentre la scena s’illumina di stelle cadenti.

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