Il crollo della Lira turca (causata dai dazi di Trump) ha creato danni anche alle Borse europee. Ripercussioni in Italia

La crisi della Lira turca – provocata dall’imposizione, da parte dei Trump, dei dazi sull’importazione di acciaio e di alluminio dalla Turchia – ha avuto ripercussioni anche sui mercati e sulle Borse europee, compresa l’Italia. Il presidente turco Racep Tayyip Erdogan, (foto) parlando durante una visita alla città settentrionale di Bayburt  ad un gruppo di fedeli musulmani, ha assicurato che il governo turco “non perderà la guerra economica” e ha invitato invitato i suoi connazionali alla calma. La Lira turca è arrivata a perdere fino al 13,5% sul dollaro, per cui Erdogan sollecita la popolazione a cambiare la moneta straniera in quella locale. E di conseguenza la Borsa di Istanbul ha recuperato sul finale di seduta e ha chiuso in perdita del 2,3%, dopo essere scesa anche dell’8,8%. La lira turca è scesa del 16% a 6,6 contro il dollaro.

Di conseguenza chiusura in rosso per Piazza Affari, nell’ultima seduta della settimana. L’indice Ftse Mib ha ultimato le contrattazioni in perdita del 2,51% a 21.090 punti.

In un tweet, il presidente americano Donald Trump ha affermato: ”Ho appena autorizzato un raddoppio dei dazi sull’acciaio e l’alluminio della Turchia in quanto la loro valuta, la lira turca, è  in rapido calo nei confronti di un dollaro molto forte. I dazi sull’alluminio saranno ora al 20% e quelli sull’acciaio al 50%. I nostri rapporti con la Turchia  al momento non sono buoni”.

La Russia prende contromisure per sostenere il rublo. La crisi della Turchia si ripercuote anche  sulla Russia, dove la banca centrale, allo scopo di sostenere le quotazioni del rublo, ha tagliato l’ammontare di valuta estera che acquista regolarmente per proteggere l’economia dalle fluttuazioni del prezzo del petrolio. Il rublo ha così recuperato terreno a 66,8575 dollari dopo aver toccato i 67 dollari, il minimo dal giugno 2016.

La BCE  è preoccupata per il contagio della crisi economica e monetaria turca sulle banche europee. Lo scrive il quotidiano economico Ft, che cita come le più esposte l’italiana Unicredit, la spagnola Bbva e la francese Bnp Paribas. Secondo il quotidiano la situazione non sarebbe ancora critica ma viene monitorata da vicino.

Quest’anno la moneta turca ha perso un terzo del suo valore a causa delle politiche del presidente Erdogan, in aperto contrasto con i paesi occidentali (si parla di sanzioni dagli Usa) e che ha ridotto, dopo la vittoria elettorale di giugno, ancor più l’autonomia della banca centrale impedendo una stretta monetaria giudicata necessaria in uno scenario mondiale di tassi in rialzo. Anche i dicasteri economici sono stati posti sotto stretto controllo del presidente aumentando così i timori degli investitori.

I timori di un contagio alle banche e al sistema finanziario europei (oltre che agli investimenti nel paese) della crisi turca indebolisce l’euro, che è sceso ieri ai minimi dal luglio 2017, segnando 1,1432 contro il dollaro da 1,1527 di ieri prima di recuperare parzialmente terreno a 1,1454.

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