Il crescente astensionismo elettorale degli italiani nella stimolante analisi di Antonio Padellaro “Confessione di un ex elettore”

 

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Ci siamo davvero chiesti chi fossero i 22.840.317,5 di cittadini italiani (il 44,90%) che alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 non sono andati a votare? E perché lo hanno fatto? Sono le domande (ad alcune delle quali occorre dare risposte) di fronte al ripetersi  di un diffuso astensionismo nelle elezioni politiche in Italia. Poiché in alcuni casi si tratta di scandagliare un fenomeno che negli ultimi anni investe oltre la metà della popolazione degli aventi diritto al voto,  un giornalista come Antonio Padellaro – che si occupa della politica italiana da anni (molti dei quali per il Corriere della Sera e, da quasi 15 anni in qua, per Il Fatto quotidiano, di cui è stato co-fondatore con Marco Travaglio)  –  ha deciso di dedicare una  indagine, ma soprattutto una serie di considerazioni offerte al lettore un un volumetto con lo stoltamente titolo  “Confessioni di un ex elettore”  (Edizioni Paperfist, prezzo 14 euro) accompagnato dal sottotitolo “Pensare con la propria testa all’epoca del governo Meloni

Poiché questo “assenteismo” crescente alle urne comprende circa (ma talvolta anche oltre)  metà della popolazione italiana adulta, queste Confessioni di un ex elettore sono stimolanti perché – come dichiara l’autore – cercano di cucire le più diffuse pulsioni – razionali, irrazionali, rabbiose, beffarde, ingenue – di tale monumento al non voto. Per esempio, lo sgomento di chi, dopo aver votato per una vita a sinistra, un brutto giorno si risveglia… fan di Giorgia Meloni.

E l’autore ammette di riconoscersi “in quel cittadino tormentato, diviso, dimezzato, scisso tra una lunga consuetudine ai seggi e la tentazione di starne lontano. Soprattutto, in seguito al suicidio-catastrofe del centrosinistra che ha spianato la strada al governo Meloni”, definendo il suo libro “un pamphlet che è una confessione allargata con una certa dose di contaminazione di generi dentro una notevole confusione. Lo stesso trambusto interiore che ci agita in parecchi”.

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