IL CALCIO ALLE OLIMPIADI/ Dai dilettanti ai professionisti passando per lo storico trionfo dell’Italia di Pozzo a Berlino nel 1936 davanti a Hitler

1936_italiadi RAFFAELE CICCARELLI*/

A volte, anche in questi tempi moderni in cui l’unico valore sembra il denaro e l’unico obiettivo il potere, lo sport, il calcio, riesce ancora a sorprenderci con nuove sfide e obiettivi. In questi giorni si stanno svolgendo i Giochi Olimpici di Rio 2016, noi da amanti dello sport cerchiamo di seguire tutto, ma da veri malati del calcio è chiaro che soprattutto questa disciplina finisce per attirare i nostri interessi in maniera particolare. Non è mai stata una convivenza facile quella del calcio con quelle altre discipline sportive che proprio al culmine del quadriennio olimpico trovano il loro momento di massimo splendore. Il calcio, con i suoi campioni pluripremiati e osannati, soprattutto strapagati, è stato spesso visto come un intruso, a lungo vissuto quasi come una scocciatura dagli stessi protagonisti, a causa dei tanti vincoli cui erano sottoposti e andando a incastrarsi, i Giochi, nel bel mezzo della preparazione della nuova stagione.

La storia del calcio alle Olimpiadi. Da subito le nazionali partecipanti si sono dovute adeguare alle inizialmente ferree regole sul dilettantismo, non è stato mai semplice allestire formazioni valide e che potessero onorare al meglio il torneo olimpico, dando forse anche per questo motivo un’apparenza di snobismo. Eppure fin dalle primissime edizioni dei Giochi Olimpici il calcio è stato sempre presente tranne che nella prima edizione del 1896 e in quella di Los Angeles del 1932, anche se ai primi due tornei parteciparono selezioni cittadine e solo a partire dal 1908 a Londra furono le squadre nazionali a partecipare. A lungo quello delle Olimpiadi fu l’unico terreno di confronto e scontro tra le varie scuole internazionali, almeno fin quando nacque e si impose il campionato mondiale di calcio, a partire dal 1930. Proprio per la caratteristica iniziale dei Giochi, legati allo status dilettantistico, a lungo il torneo di calcio olimpico è stato terreno di conquista delle squadre dell’Est: la spiegazione è dovuta al fatto che in quei paesi lo sport professionistico non esisteva, per cui tutti i più grandi campioni potevano partecipare ai Giochi. Una prima curiosità nasce proprio da questo dato: l’edizione di Montreal 1976 fu vinta dalla Germania Est, e questo resta l’unico alloro olimpico del calcio teutonico, che con la nazionale dell’Ovest poi e con la Germania unita ora non ha mai raggiunto il massimo traguardo.

Lo storico trionfo azzurro e non solo. Unica resta la vittoria della nazionale italiana di Vittorio Pozzo a Berlino 1936 (nella foto: gli azzurri e il c.t. festeggiano la vittoria), sono da rimarcare i primi successi internazionali di squadre africane proprio alle Olimpiadi, la Nigeria nel 1996 ad Atlanta e il Camerun a Sidney 2000. Questa edizione brasiliana vede i padroni di casa, rinforzati dalla presenza di Neymar, chiamati a vincere per il riscatto dopo la cocente delusione del mondiale casalingo di due anni fa, con l’umiliante uno a sette subito dalla Germania in semifinale, ma la storia non è dalla loro, non avendo mai vinto l’oro olimpico, ma solo due bronzi e tre argenti, l’ultimo quattro anni fa a Londra, quando perse in finale dal Messico (due a uno). Nonostante il suo presente intriso di business, quindi, almeno il calcio olimpico può regalare ancora delle sorprese…

Storico dello sport*

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