Il 10% in più dell’anno scorso i profughi arrivati in Italia. Protesta in provincia di Ferrara. Iniziato lo sgombero della “giungla” di Calais. Commento di Nuccio Fava

migranti a tarantoSono 2.200 i migranti salvati ieri nel Mediterraneo centrale, al largo delle coste della Libia, durante 21 interventi di soccorso. Ma sono stati recuperati anche 16 cadaveri, che si aggiungono ai 26 della scorsa settimana. I migranti erano a bordo  di tre piccole imbarcazioni e di 18 gommoni, tutti raggiunti al largo della Libia. Le operazioni sono state coordinate dalla Centrale operativa della Guardia Costiera di Roma.

In realtà vi è stata una impennata di sbarchi di migranti negli ultimi giorni, che hanno fatto salire alla cifra record nel 2016 di 153.450 arrivi, pari al 10% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e 1.300 in più rispetto al 2014, che, con 170mila sbarchi, diventò l’anno con il maggior numero di arrivi. Numeri destinati a salire se si contano i 4.300 soccorsi che ancora non hanno toccato terra ed i 2.200 salvati oggi. Negli ultimi 3 giorni sono 12mila le persone recuperate nel Canale di Sicilia, tra di loro anche altri 34 morti. Un flusso che allarma e che fa temere un sorpasso dei 170 mila arrivi del 2014.

Complessivamente ieri sono stati 4.292 i migranti giunti in diversi porti italiani dopo i salvataggi tra le coste africane e siciliane. Anche in Puglia, a S.Maria di Leuca, è stato soccorso un veliero con 120 migranti tra cui donne e bambini.

E vanno segnalati anche episodi di malessere verso il fenomeno, che appare inarrestabile se non si adottano misure adeguate. A Gorino Ferrarese, in provincia di Ferrara, contro la decisione del sindaco, Michele Tortora, di requisire l’ostello per alloggiare 20 profughi i cittadini hanno usato bancali di legno per formare delle vere e proprie barricate per impedire il passaggio del pullman con a bordo i migranti. Le forze dell’ordine sono intervenute per mediare. La prefettura ha notificato la requisizione parziale dell’albergo e di 5 camere, per ospitare 12 donne e otto bambini. L’edificio è di proprietà della Provincia, ma affittato da quattro anni.

Iniziato la smantellamento della “giungla” di Calais. E’in corso a Calais lo sgombero della Giungla,l’enorme campo di migranti che in 18 mesi ha ospitato 7-8mila persone. Partiti gli autobus diretti ai centri di accoglienza sparsi su territorio francese. “Ora serve un surplus di rispetto”,l’appello del vescovo di Arras. Secondo il quotidiano Le Figaro, sono stati mobilitati 1.250 poliziotti per garantire la sicurezza.Ieri scontri tra polizia e migranti alla vigilia dello sgombero. Gli agenti hanno usato i gas lacrimogeni.

IL COMMENTO

L’Europa traballa ma serve il dialogo

Nuccio-Fava-545x384di NUCCIO FAVA – Che l’Europa non sia da tempo all’altezza delle sue responsabilità storiche è purtroppo di tutta evidenza. Andando all’osso, le cause principali sono due: l’incapacità di esprimere spirito di solidarietà tra gli stati che la compongono ed esprimere quindi politiche ed prospettive comuni di breve e medio-lungo periodo; la seconda causa discende di conseguenza dal prevalere di spinte e interessi nazionalistici che bloccano ogni strategia comune.

Come gli capita sempre più spesso, specie in sede Europea, il nostro primo ministro alza la voce e va in qualche modo all’assalto dei soliti euro burocrati e dei loro criteri ragionieristici di valutare e sanzionare . Questa reazione, forse troppo sceneggiata e sostanzialmente solitaria, ha sicuramente le sue ragioni specie sul terreno dei migranti e dei rifugiati – il problema forse più problematico e sconvolgente del nostro tempo, che, ignorato egoisticamente, non può che aggravarsi e rendere impossibile una soluzione umana e ragionevole.

Anche a proposito dei conti dell’Italia e della sua legge di bilancio, Renzi ha una qualche ragione per chiedere una valutazione non ragionieristica. Sbaglia però a proclamare ai quattro venti che comunque l’Italia farà di testa propria e proseguirà per la sua strada. Anche se Renzi avesse del tutto ragione (e non ci fossero rischi non secondari di scoperture sui conti dell’Italia, avanzati da parte delle altre forze politiche e da non pochi commentatori autorevoli) sarebbe comunque rischioso e forse controproducente un atteggiamento siffatto. Che del resto è diverso da parte del nostro ministro dell’Economia e Finanze, alle prese con difficili trattative con le autorità di Bruxelles.

Specie in una situazione così delicata dell’Europa, la ricerca del confronto produttivo e dell’apprezzamento delle proprie ragioni non può avvenire senza un costante sforzo di dialogo e di comprensione reciproca.

Sin dall’inizio l’Europa si è affermata con gradualità e con sapiente bilanciamento di posizioni differenti, con la fatica di rispetto vicendevole, anche nelle grandi difficoltà successive alla fine del tragico conflitto Mondiale. La lezione che l’Europa ci consegna è che non c’e mai uno solo ad avere ragione, senza rischiare deleterie tentazioni di egemonia, che non portano frutto.

Anche la posizione Italiana sull’ipotesi di nuove sanzioni alla Russia, in rapporto all’atteggiamento di Putin sulla Siria e il suo pericoloso espansionismo, ha registrato una clamorosa diversità di valutazione con la Germania. Si possono avere tante riserve sull’utilità e l’efficacia delle sanzioni, è pur vero che il crescente espansionismo di Putin è una realtà innegabile, fino agli attacchi informatici alle Agenzie di sicurezza USA e ai tentativi di interferenza nelle elezioni americane a favore di Trump.

Dire no alla Merkel rischia, tra l’altro, di nascondere preoccupazioni elettoralistiche a difesa degli interessi economici e commerciali dell’Italia comprensibili nell’infuocata campagna referendaria. Non condivisibili tuttavia rispetto alla ricerca di un nuovo equilibrio geopolitico, alla cui costruzione l’Europa dovrebbe esprimere un contributo non secondario.

Commenta per primo

Lascia un commento