GIRO D’ITALIA/ Incidente ad Agrigento, gravissimo un motociclista del servizio d’ordine. Quinta tappa: a Santa Ninfa doppietta azzurra, vince Battaglin davanti a Visconti. Dennis conserva la maglia rosa

di MARIO MEDORI/ E’ in gravissime condizioni il motociclista del servizio d’ordine investito prima dell’avvio della quinta tappa del Giro d’Italia. Sottoposto a un intervento chirurgico disperato nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Sant’Elia. Il paziente, spiegano i sanitari, presenta una vasta emorragia cerebrale e 12 costole rotte. La vittima dell’incidente è un imprenditore nel settore del commercio edile di 48 anni originario di Sambuca di Sicilia, che è stato travolto mentre era in sella alla moto lungo la statale 115. E’ stato travolto mentre era in sella alla motocicletta Bmw Gs lungo la statale 115. L’uomo di un servizio d’ordine privato, è caduto per l’impatto con la Fiat Stilo guidata da un agrigentino di 60 anni. La Fiat avrebbe forzato la chiusura di strada imposta, con tanto di transenne dall’Anas, lungo la statale.
Un azzurro vince la tappa. Enrico Battaglin è un uomo di parola. A Caltagirone, dove aveva chiuso terzo dopo una rasoiata a bocca aperta, aveva giurato che ci avrebbe riprovato. Meno di ventiquattr’ore dopo, il vicentino della LottoNL-Jumbo ha mantenuto la promessa conquistando con una splendida progressione la quinta tappa del Giro d’Italia (153 km da Agrigento a Santa Ninfa), e regalando il terzo trionfo all’Italia dopo i due sprint di Viviani. Nel nervoso finale, Battaglin si è tenuto alle spalle un altro italiano, Giovanni Visconti (Bahrain-Merida), e il portoghese Gonçalves (Katusha-Alpecin), centrando il terzo successo nella Corsa Rosa dopo quelli nel 2013 a Serra San Bruno e nel 2014 a Oropa, la salita di Pantani.
Dennis sempre in maglia rosa. La seconda giornata siciliana non ha cambiato la situazione ai vertici della classifica generale, alla vigilia del primo, severo arrivo in salita sull’Etna. Rohan Dennis, ben protetto dalla sua Bmc, conserva la maglia rosa con 1″ di vantaggio su Dumoulin e 17″ su Yates, che conferma il buon stato di forma chiudendo quinto su un arrivo esplosivo. Bene ancora Pozzovivo, nono, mentre perde altro terreno Miguel Angel Lopez: 43″ di ritardo per colpa di un’ingenua caduta.
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Dopo il trittico in Israele ecco la tappa siciliana Catania-Caltagirone. Vince il belga Tim Wellens, Battaglin cede all’ultimo chilometro. Dennis sempre leader
Il muro di Caltagirone mette le ali a Tim Wellens e segna distacchi. Il belga della Lotto-Fix All con uno sprint verticale fa sua la quarta tappa del Giro d’Italia battendo il canadese Michael Woods (Ef-Drapac) e l’azzurro Enrico Battaglin (LottoNL-Jumbo), il primo ad aver aperto il gas sullo strappo finale e rimasto a corto di energie a 50 metri dalla linea bianca. Con lo stesso tempo dei primi arrivano i giovani Simon Yates (Mitchelton-Scott), quarto, e Davide Formolo (Bora-Hansgrohe), quinto. Veleno nella coda dello stupendo toboga siciliano partito da Catania, vedono anche Fabio Aru e Chris Froome cedere rispettivamente 10’’ e 21’’ da Wellens, in un finale reso ancor più nervoso da una caduta in corrispondenza di una strettoia che ha provocato ritardi.
Dennis sempre al comando. La maglia rosa Rohan Dennis è arrivata comunque al sicuro nel gruppetto a 4’’ dai primi, insieme a Dumoulin, Pozzovivo, Chaves e Pinot. Tutti messi in fila da uno splendido Wellens, il favorito della vigilia, che a 26 anni centra il secondo successo nella Corsa Rosa dopo la tappa di Roccaraso nel 2016, e lo aggiunge al bottino stagionale insieme a Ruta del Sol e Freccia del Brabante. In classifica, Dennis conserva il primo posto con 1’’ su Dumoulin. Yates sale al terzo posto, a 17’’, seguito da Wellens, a 19’’, con Pozzovivo (7°) che mantiene il distacco di 28’’. Perdono secondi Froome e Aru: il quattro volte vincitore del Tour ora e 20° a 55’’ mentre il sardo dell’Uae-Emirates è 24° a 57’’.
Il ritorno in Italia del Giro. Dopo il trittico israeliano e il giorno di pausa, il Giro 101 riparte dalla Sicilia. Da Catania a Caltagirone sono 202 km da togliere il fiato: per la bellezza dei paesaggi, ma anche per un tracciato tutto saliscendi e innervosito dalle frequenti curve e dal vento. La fuga parte subito, ne fanno parte la maglia azzurra Barbin (Bardiani-Csf), Frapporti (Androni-Sidermec), Mosca (Wilier-Selle Italia), Belkov (Katusha-Alpecin) e Jauregui (Ag2r). Barbin è il primo al gpm di Pietre Calde (km 86) rafforzando così la leadership in maglia azzurra. Subito dopo una fiammata sulla salita di Cassaro, a 105 km dal traguardo, scuote la corsa: l’Uae-Emirates di Fabio Aru si porta in testa con Marcato e accelera spaccando il gruppo. Qualche minuto a tutta, anche per testare la reattività dei principali protagonisti, poi la situazione torna sotto controllo e i fuggitivi riprendono il largo.
Mosca si prende i traguardi volanti di Palazzo Acreide e Monterosso Almo. Barbin è ancora il primo al gpm di Vizzini, il paese natale di Giovanni Verga. Ai -15 km il gruppo rivede gli attaccanti, rimasti in tre (Mosca, Frapporti e Belkov). Una volta ripresi, ci prova Valerio Conti dopo un gran lavoro in testa al gruppo della sua Uae-Emirates. L’attacco si spegne ai 3000 metri, ma prima, a 7 km dalla conclusione, una caduta di Zeits per colpa di una strettoia spezza il gruppo costringendo chi è rimasto imbottigliato nella seconda parte a inseguire. Lo strappo finale con punte del 12% premia l’accelerazione di Wellens, che recupera negli ultimi metri Battaglin e tiene alle spalle Woods.
La quinta tappa. Altra giornata spettacolare e ricca di insidie quella di mercoledì 9. Il Giro scatta da Agrigento per la quinta tappa, la seconda in Sicilia: sono 153 km tecnicamente divisi in due parti. La prima pianeggiante, lungo la costa; la seconda invece più articolata nella valle del Belice, a 50 anni dal terremoto che sconvolse queste zone. Tre gpm di quarta categoria, Santa Margherita di Belice (2,8 km al 4,3%), Partanna (9,2 km al 3,7%) e Poggioreale Vecchia (4,7 km al 5,4%) , conducono al finale di Santa Ninfa. Ultimi 2,2 km caratterizzati da uno strappo di 1200 metri con punte al 12%, una leggera discesa e poi ancora salita fino all’arrivo.

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