Guerra dell’immondizia a Roma: così l’assessore Paola Muraro si difende e attacca

muraroraggi3di LUCA DELLA MONICA

La guerra dell’immondizia (“monnezza” vera e “monnezza” politica) – che si sta combattendo a Roma tra la nuova giunta a 5 stelle, insediatasi appena due settimane fa (ricevendo la capitale in condizioni igieniche penose dalle mani di un commissario che in 6 mesi ha peggiorato la situazione), e i partiti di vario colore politico che l’hanno governata per molti decenni – è ancora concentrata, e impantanata, sulla figura dell’assessore all’Ambiente, che ha competenza sulla gestione dei rifiuti, la dottoressa Paola Muraro (nella foto, a destra, con il sindaco Virginia Raggi). Alla quale si sta tentando di impedire ogni iniziativa necessaria  a normalizzare la situazione, con il risultato – auspicato dagli avversari politici della giunta – di tenere le strade di Roma sotto montagne di immondizia non raccolta. Contro la Muraro sono state  tirate in ballo questioni che nulla hanno a che vedere con le sue competenze e che minacciano di paralizzare l’adozione di energiche e urgenti misure per lasciare il posto a presunte inchieste di vari organismi governati da personaggi che si richiamano ai partiti che si oppongo alla giunta in carica. Fino a chiederne le dimissioni per “conflitto di interessi”, essendo stata l’assessore consulente tecnica in passato dell’AMA (la municipalizzata che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti a Roma).

Ora la Muraro reagisce scrivendo in un post sul blog di Beppe Grillo: “Molte falsità sono state scritte sul mio conto. Primo: io non ho nessun conflitto di interessi; lavorare in qualità di consulente è legittimo. Sono un’esperta in materia di rifiuti e sostenibilità ambientale e ho prestato le mie competenze per numerose aziende. La mia professionalità può incidere positivamente sulla guida del mio assessorato all’Ambiente a Roma. Quello che in qualsiasi azienda, in qualsiasi amministrazione sarebbe considerato un valore aggiunto, cioè competenza ed esperienza, viene usato dai vecchi partiti come fossero elementi negativi, perché tremano davanti alla volontà politica di sistemare i danni che loro stessi hanno causato. Hanno scritto anche – prosegue la Muraro – del milione di euro per le mie consulenze in 12 (dodici) anni (dal 2004 al 2016). Mi faccio i conti in tasca: corrisponde a una media di 90.880 euro l’anno al lordo di tasse, previdenza, assicurazioni e spese per lo svolgimento dell’incarico. Considerando le ore prestate per la mia attività professionale si ottiene un compenso lordo pari a 76 euro al giorno. Vi sembra una cifra folle? E’ folle la strumentalizzazione che ne fanno! Senza contare che la mia consulenza nella controversia contro il proprietario della discarica di Malagrotta, Cerroni, ha prodotto per Ama, l’azienda municipalizzata che gestisce i rifiuti, un risparmio pari a 900 milioni!”. L’assessore sottolinea anche che “la cittadinanza assume ora un ruolo cruciale e vincolante per la democrazia: sta ai romani, al di là delle speculazioni dei media e degli anatemi delle opposizioni, comprendere chi è la causa della fase di pre-emergenza che attraversa Roma, chi pur di fare in modo che nulla cambi sceglie di sacrificare la città pianificando un vero e proprio golpe dei rifiuti a pochi giorni dalla elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma”.

“Mi auguro – conclude l’assessore in replica a una intervista sul Messaggero del presidente Baratti (Pd) – che la commissione Ecomafie abbia intenzione di sentire anche la sottoscritta domani, 2 agosto 2016, e non a settembre, come già preannunciato. Abbiamo presentato richiesta alla presidenza della commissione,  prima in via ufficiosa poi in via ufficiale. Attendiamo fiduciosi un riscontro positivo”.

E lancia una dura accusa: “Il sistema di partiti e dirigenti che ha ridotto Roma, le sue vie, i suoi monumenti, le sue periferie in vergognosi esempi di degrado e inefficienza, ha paura. Per la prima volta nella storia, questo sistema si trova di fronte un gruppo di persone, dal sindaco Virginia Raggi, alla sottoscritta e a tutta l’amministrazione che ha un solo obiettivo: ripulire la città e liberare Ama da chi l’ha ridotta al collasso. Ci vorrà del tempo per rimediare a quello che hanno fatto e i cittadini ne sono consapevoli.

Mentre noi ci facciamo portavoce dei cittadini e di chi è costretto a lavorare in impianti di trattamento rifiuti in condizioni disumane, come l’impianto di Rocca Cencia, il presidente di Ama, Daniele Fortini, si fa portavoce dei dirigenti dell’azienda”.

Ma nell’aula consiliare del Campidoglio si parla d’altro. Lo scontro è politico.  La capogruppo Pd Michela Di Biase (moglie del ministro Franceschini), chiede di far chiarezza sull’assessore Muraro e sulle sue consulenze passate per l’Ama. Richiesta respinta da parte del presidente dell’assemblea Marcello De Vito (M5s), che vuole invece che ci si attenga all’ordine del giorno. Ma all’ordine del giorno per la consigliera Pd c’è solo il tentativo di coinvolgere la Muraro nella responsabilità per la disamministrazione di un servizio di cui era solo consulente tecnica. E invece c’è da far in modo che si esca dalla situazione di crisi igienica che attanaglia la capitale d’Italia, crisi nella quale il commissario Tronca, nominato dal governo Renzi, l’ha lasciata!

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