“La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui”: con queste parole diffuse attraverso i sociali la (oggi niente “il”) presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ufficializzato la sua separazione dal compagno, il giornalista Andrea Giambruno , aggiungendo: “Lo ringrazio per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo attraversato, e per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra. Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto“.
Poi aggiunge nel post una mini-disquisizione linguistica (probabilmente… a 360 gradi) :“Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua“. E prosegue: “Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio. Non ho altro da dire su questo“.
Poi il passaggio su un’ipotetica crisi ormai assodata: “Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto”.
E ancora: “Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio. Non ho altro da dire su questo”
Non hanno perduto l’occasione per esporsi ai mezzi di comunicazione i soliti “dichiaranti” di professione: l’uomo del Ponte, Matteo Salvini “Un abbraccio fortissimo a Giorgia“), e i due alleati-disallineati Calenda (“Vicenda sconcia“) e Matteo Renzi (un silenzio dorato).
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