Dubbi sul movente dell’assassinio di cui è rimasto vittima a Milano il ginecologo campano Stefano Ansaldi

Un omicidio troppo efferato, con una coltellata a tagliare di netto la gola, per ipotizzare una rapina finita male. E’ una valutazione di inquirenti e investigatori che stanno indagando sull’assassinio del ginecologo campano Stefano Ansaldi, sgozzato sabato 18 dicembre vicino alla stazione Centrale di Milano. Nelle indagini, coordinate dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Adriano Scudieri, è stata disposta l’autopsia. Si sta cercando di capire perché il medico fosse arrivato a Milano quel pomeriggio. Accanto al corpo c’erano la sua valigetta e il suo Rolex a terra. Gli sono stati portati via il portafogli e il cellulare. Si sta cercando di capire perché il medico fosse arrivato a Milano quel pomeriggio. Accanto al corpo c’erano la sua valigetta e il suo Rolex a terra.

Il dottor Stefano Ansaldi, un ginecologo 65enne originario di Benevento con studio a Napoli, è stato assassinato a coltellate nei pressi della stazione centrale di Milano in via Macchi, angolo via Scarlatti verso le 18,30. In un primo momento si era ipotizzato che  gli assassini fossero gli stessi che hanno derubato del Rolex e del cellulare un pensionato: i due nordafricani rintracciati sulla metro seguendo i segnali del cellulare rubato al pensionato. Ma le indagini potrebbero prendere anche una direzione diversa, diversa dall’ipotesi della rapina.

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