REDAZIONE – Sono Emmanuel Macron (centrosinistra) e Marine Le Pen (Front national) , rispettivamente con il 23,8% e il 21,4%, vanno al ballottaggio del 7 maggio per la conquista dell’Eliseo. Gli altri due principali con correnti, Francois Fillon (centrodestra) e Jean Luc Mélenchon (sinistra) hanno ottenuto rispettivamente il 19,9% e il 19,6%. L’affluenza alle urne è stata circa del 78%.
Fillon e il socialista Hamon (con il 6%) hanno invitato i loro elettori a votare nel ballottaggio per Macron.

(Fonte AdnKronos)
In competizione in queste primarie erano 11 candidati. I sondaggi della vigilia erano abbastanza concordi nel prevedere che i più quotati per accedere al ballottaggio erano, nell’ordine, Marine Le Pen (destra estrema), Emmanuel Macron (centrosinistra), seguiti a brevissima distanza da Francois Fillon (centrodestra) e Jean-Luc Mélenchon ( sinistra). Una graduatoria, questa, che sembrerebbe dimostrare che le previsioni della vigilia non sono state sovvertite nelle ultime 48 ore dagli eventi che hanno scosso l’opinione pubblica, come, in particolare, l’uccisione dell’agente (foto a lato) sugli Champs Elysées.
La competizione si è trasformata sul finale in una partita a quattro con la forte avanzata (anche se non sufficiente) di Jean Luc Mélenchon, candidato de ‘La France insoumise’ (“non sottomessa”). Una sorpresa che si è sommata a quelle che finora hanno caratterizzato la campagna in vista del primo turno: dalla rinuncia di François Hollande alle vittorie inattese di François Fillon (successivamente travolto da questioni giudiziarie), Benoit Hamon e Yannick Jadot (quest’ultimo si è poi ritirato offrendo il suo appoggio ad Hamon), alle primarie del centrodestra, del Partito socialista e di quello ecologista, e, infine, dall’irruzione sulla scena di Emmanuel Macron, il più giovane dei candidati, ex ministro dell’Economia del governo Hollande, sceso in campo come “indipendente”, cioè senza alcun collegamento con partiti.
Mélenchon raccoglieva i favori dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. La sua presenza sulle reti sociali e le sue prodezze tecnologiche gli hanno consentito di raggiungere massicciamente il pubblico giovane: ha una pagina YouTube dove pubblica video in cui spiega programma e idee o commenta i principali avvenimenti della settimana, si affida agli ologrammi per moltiplicare i suoi comizi (il 18 aprile si è sdoppiato in sette presentandosi in altrettante città: Dijon, Jean-Luc Mélenchon, Clermont-Ferrand, Grenoble, Nancy, Nantes, a La Réunion e a Montpellier). Ha lanciato una web radio, ‘Les jours heureux’ e proposto il gioco video in 2D ‘Fiscal Kombat’, in cui il candidato de ‘La France Insoumise’ scuote uomini politici e grandi nomi della finanza che incrocia per strada, da Patrick Balkany a François Fillon passando per Nicolas Sarkozy e Emmanuel Macron, con l’obiettivo di raccogliere il denaro che cade delle loro tasche e restituirlo allo Stato.
Marine Le Pen ha ribadito nel corso di un comizio tenuto a Marsiglia i temi fondanti del Front National; protezione sociale, sicurezza, terrorismo, frontiere, immigrazione, chiamando i suoi sostenitori all'”insurrezione nazionale” e “democratica”.
Fillon intanto si era detto certo di arrivare al ballottaggio e ha denunciato il programma di Macron, mettendo in guardia gli elettori di destra: “Se voteranno Le Pen, avranno Macron”. Il candidato del centrodestra ha anche confermato di essersi rifiutato di indossare un giubbotto antiproiettile. Dopo l’arresto di due persone sospettate di preparare un attentato, gli era stato proposto di portare la protezione. “Mi immaginate fare campagna con un giubbotto?”. Non avrebbe avuto “alcun senso”, ha aggiunto, intervenendo su RTL.
Da segnalare intanto il misero 6% attribuito (e poi confermato) al socialista Hamon, cioè al candidato del partito di Hollande.
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