Fifa e Uefa, la caduta degli dèi: Blatter e Platini, 8 anni di squalifica per corruzione

blatterdi Raffaele Ciccarelli*/

Finisce un’epoca del calcio mondiale, e non finisce in gloria. Questo 2015 calcistico, a livello dirigenziale e un po’ in tutti i settori, è stato un vero e proprio annus horribilis che ha visto il suo epilogo, proprio in queste ore, con la condanna di Sepp Blatter, presidente Fifa, e Michel Platini, suo omologo Uefa, da parte della Commissione Etica, a otto anni di squalifica che pongono, appunto, fine ad un’epoca (nella foto Gazzetta.it-Afp: Blatter e Platini).

Re Blatter. Il regno dell’ex colonnello svizzero ai vertici del massimo organismo mondiale è durato trentaquattro anni, divisi, curiosamente, in maniera equa, nei diciassette che è durata la sua carica di segretario (a partire dal 1981) agli altrettanti in cui è durata quella di presidente (a partire dal 1998), fino a questa giubilazione che ne chiude la parabola.

Le Roi. Più breve, ma non meno intensa, la carriera di Platini ai vertici dell’Uefa: smessi gli scarpini da grande calciatore quale è stato, il francese ha messo in campo tutta quella sua arguzia e intelligenza politica che si intravedevano già quando giocava, diventando presidente del massimo organismo calcistico nel 2007, puntando alla poltrona di Blatter in quest’anno, candidatura alla presidenza Fifa e, probabilmente, parabola definitivamente spezzata anche per lui.

Sepp e Michel. Di sicuro entrambi sono stati personaggi discutibili, molte scelte sono sembrate illogiche e, evidentemente, indirizzate soprattutto dai fiumi di denaro poi scoperti e chiaro sintomo di corruzione. Pure, qualcosa nel loro operato di positivo si può rintracciare: certo con Blatter alla guida la Fifa è diventato un organismo potentissimo e conglomerante più dell’Onu, dimostrando la validità del concetto di calcio come momento di aggregazione, così come alla gestione dello svizzero si deve l’uscita del grande calcio dal duopolio Europa – Sud America, con l’assegnazione, poi abbiamo capito non proprio limpida, dei Mondiali, massima espressione della Fifa, a Stati Uniti (Usa ’94), Asia (Corea – Giappone 2002), Africa (Sud Africa 2010), salvo poi quelle “misteriose” a Russia 2018 e, soprattutto, Qatar 2022. Michel Platini alla guida dell’Uefa ha reso una potentissima macchina da soldi la sua più grande manifestazione, la Champions League, facendola diventare il torneo calcistico più importante del mondo, cercando di allargare la base anche cambiando la formula al Campionato Europeo per Nazioni, che proprio nel 2016 e proprio nella sua Francia, vedrà la sua nuova veste a ventiquattro squadre.

La cadura dei due “Re”. Purtroppo per entrambi i nostri protagonisti, il loro limite è stato quello, solito, di tutti gli uomini: la sete di potere. Tutte le magagne che sono venute fuori grazie all’Fbi americana, infatti, evidenziano sì dei cospicui flussi di soldi, ma tesi ad aumentare il potere di Blatter e Platini e non ad arricchirli, non avendo essi stessi bisogno. Fatalmente, questo ha portato a trasformare il loro regno in dittatura, la loro sete di potere ad aumentare a dismisura, di pari passo con la loro arroganza, fino a commettere quegli errori che ne hanno segnato, ora, la loro indecorosa uscita di scena. L’auspicio, in questo momento di forzato ma necessario rinnovamento, è che si studino regole nuove e che alla guida del calcio vada gente che abbia veramente a cuore le sorti di questo sport. E questo vale per il Mondo, per l’Europa, e anche per l’Italia.

*Storico del calcio

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