FESTA DEL CINEMA/ Redford con “Truth” ripropone il rapporto potere-giornalismo

Truthdi LUCIANA VECCHIOLI

Era il 1976 quando uscì “Tutti gli uomini del presidente” , sullo scandalo del Watergate, interpretato da uno sfolgorante Robert Redford. A quasi quarant’anni di distanza, e sulla soglia degli ottanta, il grande Gasby torna ad indossare i panni del cronista d’assalto Dan Rather , protagonista insieme a Cate Blanchett, di “Truth”, film d’apertura della decima edizione della Festa del cinema di Roma, diretto dall’esordiente James Vanderbilt.

Ancora una pellicola sul sofferto e controverso rapporto tra potere e giornalismo. Solo che questa volta al centro della storia non c’è Nixon, poi costretto a sloggiare in tutta fretta e tra mille imbarazzi dalla Casa Bianca, ma George Bush uno dei più potenti presidenti che l’America abbia conosciuto. La possente e ricca dinastia dei Bush che senza alcun timore e con ogni mezzo ha cercato di ostacolare l’uscita di notizie poco edificanti sul conto dello scapestrato rampollo. Il quale, per sfuggire ad un possibile reclutamento tra le file dei marines in forza nel Vietnam, cercò di imboscarsi come pilota nella Guardia Nazionale dell’Aeronautica del Texas dal ’68 al ’74, senza mai peraltro pilotare alcun aereo.

Queste le accuse contenute in un reportage investigativo realizzato dalla pluripremiata produttrice della Cbs New Mary Mapes (Cate Blanchett), e andato in onda nella famosa trasmissione televisiva “60 Minutes” condotta da Dan Rather (Robert Redford). Uno scandalo senza precedenti, scoppiato proprio durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2004, ma che ben presto si rivelò molto debole da un punto di vista delle fonti. Alcuni testimoni non confermarono le precedenti versioni che avevano dato dei fatti. Per tutta risposta la Cbs, senza ulteriori approfondimenti, ha licenziato la Mapes (già premiatissima per alcuni scoop tra cui un servizio sulle torture nella prigione di Abu Ghraib) e costretto alle dimissioni Dan Rather (una brillante e lunga carriera durata oltre sessant’anni, vincitore dei premi più prestigiosi).

Il film, tratto dal libro che la giornalista ha scritto dopo la fine della sua carriera di reporter, “Truth and Duty: the press, the president and the privilege of power”, ripercorre con credibilità e mano ferma tutti i passaggi di una vicenda che ancora oggi presenta numerosi lati oscuri che ha segnato un passaggio importante nella storia del giornalismo americano. “Siamo stati molto attenti a non inventare nulla, abbiamo incontrato l’autrice e Rather, abbiamo incontrato le persone coinvolte – dice il regista già noto sceneggiatore di film come Zodiac – il nostro obiettivo era quello di trasmettere la verità emotiva di questa storia. Abbiamo evitato di dare delle risposte e ci siamo limitati a fornire informazioni. I giornalisti? Sono degli eroi che hanno il compito di porre domande scomode al potere. La Cbs? Ovviamente sapevamo che il film avrebbe sollevato delle polemiche, infatti a loro non è piaciuta la seconda parte del film”.

Ancora una grande interpretazione di Redford (come poteva essere diversamente?) accanto ad una Cate Blanchett che si rivela all’altezza del situazione. La pellicola, distribuita da Lucky Red, nelle sale dal 5 gennaio.

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