ELEZIONI REGIONALI/ La candidatura di Callipo con il Pd in Calabria riscuote consensi. Ma l’uscente Oliverio vuole essere in campo anche lui

di ENNIO SIMEONEAlle prossime elezioni regionali in Calabria gli elettori si troveranno tra le mani il 26 gennaio una scheda con 2 candidati alla presidenza della Giunta che si richiamano al Pd: l’imprenditore Pippo Callipo (foto a sinistra), scelto dal partito e sostenuto dal segretario nazionale Nicola Zingaretti, e Mario Oliverio (foto a destra), presidente regionale attualmente in carica (ex presidente della Provincia di Cosenza), ma alle prese con vicende giudiziarie di cui non si conosce (e forse non si conoscerà fino al giorno del voto) l’esito.

Sarà un bene o sarà un male per le sorti del Pd questa duplice, ma contrapposta, candidatura? Logica politica e norme della legge elettorale regionale dicono che sarà un male. Ma, ormai, le urne in Italia riservano sempre nuove sorprese, perché gli elettori continuano a sfuggire sempre di più alle logiche del passato, cambiano gli umori, molto più mutevoli stanno diventando simpatie e antipatie, come dimostra il consenso che continua a raccogliere un contaballe come Matteo Salvini, che nella sua propaganda confida sulla diffusa ignoranza delle regole cui deve attenersi chi è chiamato a gestire il governo di un paese, di una regione o di cui comune.

In questo contesto la scelta di sostenere la candidatura di Pippo Callipo fatta dal partito di Zingaretti ha un serio fondamento non soltanto perché rappresenta una svolta, un rinnovamento, rispetto alle cristallizzazioni politiche di un passato non privo di  ombre rispetto a pregi di efficientismo difficile da affermare in un contesto difficile come quello calabrese. Ha un fondamento anche per i valori che caratterizzano la figura di questo imprenditore, noto al livello nazionale come il “re del tonno” per l’affermazione di qualità che ha avuto il suo prodotto, ma anche e soprattutto perché ha improntato la sua vita e la sua attività alle caratteristiche che il commissario del Pd, Graziano, ha così sintetizzato: «È un uomo che ha dimostrato una grande onestà e con coraggio ha denunciato a viso aperto la ‘ndrangheta, ha umanizzato la propria azienda nel rispetto del lavoro, e sul versante sociale si è caratterizzato come l’Adriano Olivetti della Calabria degli anni 2000». E non può fargli velo il fatto che in passato abbia sostenuto il centrodestra, innanzitutto perché – dice Graziano – «ho visto che da quando lui ha scelto di scendere in campo per cambiare la Calabria c’è stata una grande mobilitazione, una grande voglia di cambiamento che lui interpreta».

A sua volta Oliverio, nel confermare la ferma decisione di scendere di nuovo in campo, ha  detto: «Ho messo in campo una disponibilità, non ho mai detto: o Oliverio o la morte». Ciononostante il commissario regionale del Pd, Graziano, fa balenare per lui la minaccia della espulsione dal partito. Che, se non vi saranno ulteriori trasgressioni da parte del presidente uscente, potrebbe diventare un disastroso boomerang.

 

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