Elezioni francesi: nel confronto tv tra i 5 maggiori candidati è Macron il più “convincente”

Per la prima volta ieri sera i cinque principali candidati alle elezioni presidenziali francesi si cono confrontati – a cinque settimane dal primo turno – in un dibattito tv una prima assoluta per la Francia, abituata finora solo ai faccia a faccia a due in sede di ballottaggio.

Da sinistra: Fillon, Macron, Melenchon, Marine Le Pen, Hamon 

Un indice di gradimento, realizzato subito dopo la trasmissione dall’istituto Elabe per BFM-TV,  ha dato il seguente esito: il giovane ex ministro dell’economia di Hollande, Emmanuel Macron, che è a capo del nuovo movimento “En marche!”, è risultato il più convincente per il 29% dei telespettatori, seguito, entrambi con il 20%, da Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra alternativa e da Marine Le Pen, candidata del Front National. Dopo di loro  si è piazzato Francois Fillon candidato dei Républicains, al 19%. Infine il socialista Benoit Hamon che chiude la classifica con l‘11%.

Gran parte degli analisti prevedono che le prossime settimane saranno improntate, se non una “caccia a Macron”, quantomeno un “tutti contro Macron“. Perché il giovane candidato di “En marche!” è l’ultimo arrivato nella politica di primo livello e, nonostante questo, la sua crescita è andata al di là di ogni più rosea aspettativa. Adesso, nei sondaggi demoscopici, è pari alla Le Pen al primo turno, mentre Fillon è staccato di 10 lunghezze, gli altri a seguire. Ma non ha un partito, è alla sua prima esperienza in un dibattito tv e la sua tenuta è tutta da dimostrare. La più accanita contro di lui sarà Marine Le Pen, che vede in Macron  il competitor del ballottaggio e non esiterà a picchiare duro, affermando che – in quanto ex banchiere Rotschild – rappresenta esattamente quello che il Front National combatte: la globalizzazione e l’alta finanza.

Fillon deve disperatamente provare a recuperare tutto lo svantaggio accumulato con gli scandali che si porta dietro e sparerà a zero contro Macron, creatura di Hollande che minaccia di riprodurne la politica. Hamon, al quale mezzo partito socialista ha voltato le spalle, ha già anticipato  nel comizio di Bercy che per lui Macron ha “tradito”. Melenchon, l’uomo dell’ultrasinistra che predica la “Sesta Repubblica” non dovrà sforzarsi per trovare nell’ex ministro dell’Economia un concentrato di tutto quello che lui combatte. Macron, che finora si è rivelato convincente nei comizi e nei grandi eventi che girano attorno a lui protagonista, deve mostrare di sapersi gestire nelle difficoltà. Non sarà facile: secondo gli osservatori deve soprattutto evitare il “rischio Juppé“, l’atteggiamento che l’ex favorito alle primarie della destra assunse e lo portò al disastro contro Fillon: assistere seraficamente agli scontri e ai colpi bassi senza gettarsi nella mischia.

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