Doping di stato nell’atletica: la Iaaf sospende la Russia da tutte le competizioni, a rischio i Giochi di Rio 2016

coeLa Russia è stata sospesa con effetto immediato (periodo per ora indefinito) dalla Iaaf sulla base della documentazione fornita dall’inchiesta della Wada sul caso di doping di Stato: 22 membri hanno votato a favore, un solo voto contrario. L’altro voto mancante è del rappresentante russo il quale non era autorizzato a prendere parte alla votazione. Il Presidente della Iaaf, Sir Sebastian Coe (foto), commentando la decisione ha dichiarato: “Oggi abbiamo potuto constatare il fallimento della Federatletica russa e quindi preso l’unica decisione che fosse giusto prendere: sospenderli. Ma abbiamo anche discusso e convenuto che l’intero sistema dell’atletica ha fallito, non solo la Russia”. Inoltre, Sir Coe, che ha organizzato il meeeting d’urgenza servendosi della teleconferenza (lui sembra fosse in un palazzo al centro di Londra, in base a quello che fa sapere la Bbc) ha aggiunto: “A questo punto la Iaaf, la Wada e tutti gli atleti, devono guardarsi dentro in questo momento così difficile per il nostro sport. Dobbiamo essere in grado di individuare i problemi e risolverli, per poter rilanciare il nostro sport”.
La sospensione. La Iaaf ha sospeso la Russia sulla base dell’Articolo 6.11 (comma b) e dell’articolo 14.7 del proprio ordinamento. Le conseguenze del provvedimento sono: gli atleti e le atlete russe non potranno prendere parte ai Giochi Olimpici e a tutte le competizioni internazionali. La Russia non sarà invitata a partecipare alla Coppa del Mondo di marcia a Cheboksary nel 2016 e al Mondiale Juniores a Kazan. Inoltre, la Iaaf si impegna a togliere alla Russia l’organizzazione di queste manifestazioni sul suo suolo e a riassegnarle ad altri Stati. Gli atleti russi, però, potranno partecipare alle  competizioni nazionali e dovranno sottoporsi ai controlli antidoping internazionali. In conclusione la Iaaf, attraverso il Presidente Coe, fa sapere che le modalità e i controlli antidoping saranno aumentati sensibilmente e a tutti i livelli, per ogni sport e in ogni nazione.
Le reazioni russe. In una lettera aperta alla Iaaf l’atleta russa Yelena Isinbayeva ha fatto un appello: “Squalificare dagli eventi internazionali e dai Giochi Olimpici di Rio atleti innocenti e non collegati con lo scandalo doping non è giusto. Spero nella saggezza dei leader della Iaaf. E credo che la decisione sarà corretta. I colpevoli pagheranno il loro prezzo, e gli innocenti avranno l’opportunità di competere e di rappresentare il nostro paese in maniera dignitosa nelle arene sportive internazionali”. Intanto, però, Vitaly Mutko, ministro russo dello Sport, punta il dito contro la Federazione internazionale: “Dal 2008 o dal 2009 la Iaaf ha nascosto i risultati di 155 test, 15 dei quali riguardano atleti russi, e abbiamo informato la Wada che la nostra Federazione non c’entra. Come si può nascondere, per sei o sette anni, che ci sono dei risultati anomali? Noi non ne sapevamo nulla. Putin ci ha detto di fare tutto il possibile: analizzeremo e studieremo i fatti e se necessario metteremo su un sistema nuovo che goda della fiducia della comunità internazionale”. E a chi chiede le sue dimissioni replica: “Non ci penso affatto”. Anzi, Mutko rincara la dose: “Noi siamo pronti, dateci una roadmap. La Russia sta facendo ogni sforzo possibile nella lotta al doping, versiamo un milione di dollari alla Wada e 300 mila all’Unesco ma dire che lo facciamo per coprire allenatori e atleti è assurdo. E se le nostre misure non sono sufficienti, ne prenderemo delle altre. E se sarà necessario, adotteremo delle decisioni per cambiare il sistema”. La Russia sarebbe disposta (deve farlo per forza) a fare piazza pulita.

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